Home INTERVISTE Half Seas Over – “Un incontro di mondi lontani”

Half Seas Over – “Un incontro di mondi lontani”

Ottobre 2010: Elan Mehler è uno stimato jazzman, star dei club di Brooklyn; Adam McBride-Smith è un musicista country rock da qualche anno di base a Parigi. Cosa li unisce? Un progetto chiamato Half Seas Over. Cosa li divide? Un oceano che, proprio come recita il loro nome, gli sta in mezzo mentre scrivono le loro canzoni. Gli Half Seas Over dunque sono un sodalizio a distanza creato da due artisti agli antipodi musicalmente ma uniti dalle diavolerie della tecnologia. Il risultato? Un disco, uscito per la Brownswood Records, che fonde musica jazz e polvere del deserto, suoni acustici ed elettrici con la melanconia a fare da collante. Questo autunno Mehler e McBride-Smith accorciano le loro distanze per un tour europeo che è arrivato fino in Sicilia toccando Siracusa, Enna e poi Catania.

Domanda: Elan, la vostra è una strana fusione. Come nasce il progetto Half Seas Over?
Elan: Ho conosciuto Adam attraverso amici comuni e alcuni musicisti di Brooklyn. Mi sono innamorato della sua musica andando a vedere i suoi concerti e procurandomi “Good and Gone”, il suo disco da solista. Mentre registravo “The After Suite”, poi, ho pensato che il brano di Adam “I want to leave you” sarebbe stato perfetto per chiudere il mio album. Sfortunatamente da allora Adam si è trasferito a Parigi. Nonostante questo ci siamo visti e abbiamo iniziato a pensare ad un progetto insieme ma da gestire a distanza, ecco che nascono gli Half Seas Over.

Domanda: Tu sei un compositore jazz, Adam suona country. Come si mescolano le vostre due anime musicali?
Elan: Beh, non è mai semplice. Nel mio primo disco feci la cover della “Elvis Presley Blues” di Gillian Welch e io non ero mai stato un musicista swing. Negli ultimi cinque anni poi ho iniziato ad appassionarmi sempre di più a questa musica. Questo per dire che la distanza tra i generi musicali è meno grande di quanto dicono tutti.

Domanda: Però il rock e il jazz sono pianeti storicamente lontani…
Elan: Non ne sono sicuro, entrambi vengono dal blues ed entrambi hanno una grande tradizione nell’improvvisazione.

Domanda: Avete scritto il vostro disco con un oceano in mezzo: tu a Brooklyn e Adam a Parigi. La tecnologia è amica o nemica della musica?
Elan: Oh, credo entrambe. Inviare piccoli mp3 e riceverne indietro altri è una nuovissima forma di collaborazione. Un’esperienza totalmente nuova sia per me che per Alan e per questo molto gratificante e interessante. La tecnologia è nemica della musica quando diventa il fine e non il mezzo della composizione, allora quello potrebbe tramutarsi in un atto non-musicale.

Domanda: Tornando al disco, avete “jazzato” alcuni pezzi del canzoniere solista di Adam come ”Sad Mona” e “Into the night”. Pensi che ogni canzone possa essere potenzialmente vestita con abiti nuovi?
Elan: Ne sono assolutamente sicuro.

Domanda: Dove trovano ispirazione gli Half Seas Over?
Elan: Duke Ellington, Bill Evans, Gillian Welch, Bill Withers, Ali Farke Toure, Led Zeppelin, Bill Frisell, Joanna Newsom, Steve Reich, Paul Bley, Kenny Wheeler, Charles Mingus, Tom Waits, Keith Jarrett, John Coltrane, Nick Cave, Miles Davis, Leonard Cohen, Bob Dylan, Osvaldo Golijov, Thelonious Monk.

Domanda: State già lavorando a un episodio numero due?
Elan: Sì, per il momento però solo qualche dettaglio. Posso dirti che la nostra scrittura andrà verso nuove direzioni.

* Foto d’archivio

A cura di Riccardo Marra