Home LIVE REPORT Gregory Alan Isakov @ Passionskirche, Berlino (29/11/2018)

Gregory Alan Isakov @ Passionskirche, Berlino (29/11/2018)

Oggi, incontrare qualcuno come Gregory Alan Isakov non è per nulla semplice. Abbiamo sviluppato un fiuto così affinato da essere sicuri di riconoscere un totale fake da qualcosa di autentico; siamo sempre più convinti che più semplice sia qualcosa e più nasconda un lato artificiale, fatto apposta per piacere o, capita, per non piacere. Gregory Alan Isakov è esattamente come ce lo si aspetta, un ragazzo molto riservato che ogni tanto si allontana dalla sua fattoria in cui coltiva di tutto, anche la cannabis medicale, per condividere quell’aria fresca, intima e incantata che respira lui stesso.

Non c’è trucco nei suoi album come non ne esistono in lui stesso o nelle sue performance. Dall’uscita di “Evening Machines”, porta l’album in giro per il mondo registrando il sold out quasi ovunque. A Berlino, la chiesa protestante di Passionskirche è stracarica di gente già alle 19:00 (fa un certo effetto vedere le persone bere birra dentro una chiesa, ma a ragionarci bene basta allargare il senso di sacralità per non farci più caso).

Di sicuro la venue gioca un ruolo fondamentale ma l’atmosfera che crea Isakov insieme ai musicisti che lo accompagnano scivola dentro come fosse liquida. Sul palco solo tre mappamondi, più una guida pratica al folk: due chitarre, un basso, un banjo, un violino, un violoncello e una batteria. Il contesto è particolarmente evocativo e le tracce si susseguono quasi senza soluzione di continuità. Eccetto l’elettricità di Caves, le sessioni sono prevalentemente acustiche, da Big Black Car a Saint Valentine, passando a rassegna almeno la metà delle tracce contenute in “Evening Machines”, con un’intimità a momenti così malinconica che lascia tutto in sospensione.

La nebbia leggera e i reverberi, creati ad arte dall’architettura della Passionskirche, rapiscono e risuonano in testa portando a pensare che qualcosa di sacro sia successo. Chissà poi, che non sia stato davvero così.

SETLIST: She Always Take It Black – Big Black Car – This Empty Northern Emisphere – Was I Just Another One – Chemicals – Southern Star – Dark Dark Dark – Bullet Holes – Saint Valentine – Berth – Caves – Two Solo Unknown – Amsterdam – Liars – Time Will Tell – All Shades Of Blue – The Stable Song

Catanese, studi apparentemente molto poco creativi (la Giurisprudenza in realtà dà molto spazio alla fantasia e all'invenzione). Musicopatica per passione, purtroppo non ha ereditato l'eleganza sonora del fratello musicista; in compenso pianifica scelte di vita indossando gli auricolari.