Home LIVE REPORT Noel Gallagher’s High Flying Birds @ Piazza Sordello, Mantova (09/07/2019)

Noel Gallagher’s High Flying Birds @ Piazza Sordello, Mantova (09/07/2019)

I fratelli Gallagher sono ormai di casa in Italia, approdo sicuro in termini di affluenza di pubblico, a patto di cambiare città rispetto alle estati passate: dopo Taranto e Barolo per Liam, ecco Pistoia e Mantova per Noel, accompagnato dai suoi High Flying Birds. Siamo stati nella città lombarda a vedere lo spettacolo dell’ex Oasis e per una volta vogliamo iniziare da qualche considerazione puramente logistica per poi parlare dell’aspetto musicale. Il concerto si tiene nella centralissima Piazza Sordello, ottima cornice che valorizza al meglio la splendida città patrimonio UNESCO. Peccato che una scelta simile sia stata effettuata simultaneamente nella vicina Cremona, che ha ospitato in pieno centro un concerto dei Franz Ferdinand la stessa sera.

Due target di pubblico molto simili, per provenienza geografica e gusti musicali: un maggiore dialogo tra le parti in futuro sarebbe auspicabile, visto che parliamo di città della stessa regione. Il pubblico non è infatti dei più numerosi: 3500 spettatori rappresentano comunque un numero più che dignitoso, se pensiamo ai live ripetuti di Gallagher in terra italica e alla concorrenza della band scozzese a pochi km di distanza. Parliamo però di 3500 spettatori che, nonostante il costo del biglietto abbastanza sostenuto, per andare in bagno nell’area concerti hanno dovuto… pagare. Il motivo è presto detto: sono stati messi a disposizione i bagni a lato piazza usati anche dai turisti. Ora, chi vi scrive è anche a favore del versamento di un obolo simbolico (50 centesimi sono poca cosa) per potere utilizzare una toilette, ma questo è un discorso fattibile in una stazione ferroviaria o in una piazza in una normale giornata turistica. Non garantire un servizio igienico gratuito a chi ha pagato 58 Euro per un concerto ci sembra invece francamente intollerabile: pensate a un Forum d’Assago con i bagni a pagamento… ecco, speriamo che quello mantovano possa rimanere un esperimento isolato.

Venendo all’aspetto musicale, la serata (per fortuna asciutta, a dispetto delle previsioni del tempo e di nubi nere più che minacciose) viene aperta dagli innocui Ramona Flowers, di cui salviamo giusto l’orecchiabile Run Like Lola, ultima canzone proposta nella loro breve setlist: troppo poco per meritare la sufficienza. Ma non importa, perché l’attenzione è tutta per Noel Gallagher, che con i suoi fidati High Flying Birds è diventato un’autentica macchina da guerra, efficace più dal vivo che su disco. La band è di quelle super collaudate: gli ex Oasis Gem Archer e Chris Sharrock, Russel Pritchard (già leader degli Zutons) al basso, e la straordinaria voce di Audrey Gbaguidi a dare maggior spinta in parecchie parti del concerto.

A guardare gli High Flying Birds guidati da Noel all’opera si capisce bene perché una reunion degli Oasis da un punto di vista artistico non avrebbe ormai alcun senso: Gallagher dà infatti il meglio di sé nelle sue composizioni post Oasis (proposte nella prima parte del live), studiate e confezionate per non far sentire troppo la mancanza del fratello. È questo il caso dell’inizio micidiale costituito da Fort Knox e Holy Mountain, e della commovente intimità di Dead In The Water. Molto positiva anche la scelta di proporre due canzoni (su tre) dell’EP uscito da poco: se Black Star Dancing (dedicata ironicamente ai fan degli Oasis) è irresistibile col suo giro di basso, la comunque orecchiabile Rattling Rose avrebbe forse dovuto fare spazio a Sail On, vera gemma dell’ultima uscita discografica del chitarrista di Manchester.

Si viaggia spediti verso la seconda parte, quella dei brani Oasis: Wonderwall e Don’t Look Back In Anger sono un’inevitabile proposta fissa in scaletta, ma c’è spazio per qualche ripescaggio interessante, come l’eccellente Stop Crying Your Heart Out. Bella, bellissima, ma manca qualcosa: la presenza scenica e la voce dell’odiato fratello. Ma è ormai storia del passato: il presente è costituito da due brillanti carriere soliste e i fan più accaniti devono farsene una ragione.

SETLIST: Fort Knox – Holy Mountain – Keep On Reaching – It’s A Beautiful World – She Taught Me How To Fly – Black Star Dancing – Rattling Rose – Dead In The Water – The Importance Of Being Idle (Oasis cover) – Little By Little (Oasis cover) – Whatever (Oasis cover) – The Masterplan (Oasis cover) – Half The World Away (Oasis cover) – Wonderwall (Oasis cover) – Stop Crying Your Heart Out (Oasis cover) —ENCORE— AKA… What A Life! – Don’t Look Back In Anger (Oasis cover) – All You Need Is Love (The Beatles cover)

Una malattia cronica chiamata britpop lo affligge dal lontano 1994 e non vuole guarire. Bassista fallito, ma per suonare da headliner a Glastonbury c'è tempo. Già farmacista, ha messo su la sua piccola impresa turistica. Scrive per Il Cibicida dal 2009.