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AC/DC – Highway To Hell

E’ il 1979. Anno di svolta nella carriera degli AC/DC. La realizzazione di Highway To Hell colpisce un pubblico sempre più esteso che percepisce l’inequivocabile potenza dell’ Hard Rock made in Australia. Il graduale successo li porta in cima alle classifiche Statunitensi (dove ottengono il primo milione di copie vendute e l’ingresso nella Top Twenty), l’Lp diviene il più grande lavoro della band che segna il loro punto di arrivo ai vertici della maturità artistica. Ironia della sorte diviene anche l’ultima, conclusiva incisione degli AC/DC assieme al leader e cantante Bon Scott, che esattamente un anno dopo viene trovato morto nella sua auto soffocato dal suo stesso vomito a Londra, dopo una nottata di abusi alcolici. Per il nuovo progetto che li aiuti a rinnovare e stimolare il loro sound viene scelto il produttore John “Mutt” Lange, un genio nel suo campo. Nel luglio del 1979 vengono concluse le sessioni di registrazione e l’album raggiunge gli ottimi livelli previsti. Il nuovo sound li immette nel circuito radiofonico, senza mai perdere quel tratto selvaggio ed aggressivo, caratterizzante della band. Rispolverando la perfetta tracklist, in vecchio stile dei dieci pezzi, troviamo in apertura la nota Highway To Hell. L’ intro con la graffiante, ruvida, tipica Gibson SG di Angus Young che viene poi accompagnata dalla batteria di Phil Rudd e dall’energica e gracchiante voce di Bon Scott assieme alla seconda chitarra di Malcolm Young ed al basso di Cliff Williams (notevolmente motivati rispetto ai precedenti dischi), per sfociare poi, in uno dei più famosi inni della storia del rock “Highway To Hell”, per alcuni, simpatico contrasto all’analogamente famosa “Stairway To Heaven” dei Led Zeppelin.

“No stop signs, speed limit
Nobody’s gonna slow me down
Like a wheel, gonna spin it
Nobody’s gonna mess me round
Hey Satan, payin’ my dues
Playing in a rocking band
Hey Momma, look at me
I’m on my way to the promised land
I’m on the highway to hell
(Don’t stop me)
And I’m going down, all the way down
I’m on the highway to hell”

Girls Got Rhythm ripercorre la scia del loro caratteristico riff ritmico, testi frizzanti tipicamente Hard Rock e tanta voglia di battere il piede per terra e muovere la testa in sintonia con la musica, priva di notevole melodia, ma carica al giusto livello.

“The girl’s got rhythm
The girl’s got rhythm
She’s got the backseat rhythm
The girls got rhythm…
You know she really got the rhythm
She’s got the backseat rhythm
Rock ‘n’ roll rhythm
The girls got rhythm…”

Primo tratto di maturazione artistica è evidente in un insolito pezzo cupo ed imponente, lento e al contempo graffiante, ma che si trasforma gradualmente nella solita creazione rapida e frenetica, con grancassa sparata ed una chitarra nervosa, che non attende altro che esordire in un emozionante, pazzo assolo Young. Walk All Over You è un pezzo un pò più impegnativo rispetto ai precedenti, che non trascura affatto l’aspetto tecnico/strumentale della band. Seconda track fondamentale dell’album è Touch Too Much, notevole la svolta grazie a Lange, curata la melodia. Il riff viene ricondotto, mediante un turbine di sonorità tipicamente Hard Rock, al ritornello, puro segno di inattaccabile raffinatezza stilistica. I backing vocals rendono un notevole effetto di accentuazione del ritornello. Dinamicamente più elastica ed incazzata è Beating Around The Bush, riff veloce e letale, che si sofferma in frenetiche pause spezzate da un incessante voglia di virtuosismo strumentale. La sezione vocale particolarmente acuta, è scandita nelle parole sottolineate da una voce acida ed un parlato innovativo. Carismatici ed accentuati i riff di Shot Down In Flames,Get It HotIf You Want Blood (You’ve Got It), con ritornelli tipicamente Rock N’ Roll, leggermente scontati, ma pur sempre di alti livelli, dove la voce di Bon Scott è leggermente più accentuata rispetto agli strumenti, che scandiscono il martellante tempo in un’orgiastica sonorità. Evidente il progresso e l’evoluzione artistica del gruppo in Love Hungry ManNight Powler. La prima denota uno sfondo romantico, un Williams al basso che finalmente fa la sua dovuta entrata in scena con un giro leggermente funky, ripetuto più volte fino al ritornello molto pulito e carico. Night Powler rende meglio l’idea di evoluzione. La canzone si basa su un rocckeggiante blues, un suono più maturo e caldo. La voce di Scott si dimostra solenne e profonda e la lead guitar di Young segue l’accattivante sfumatura di uno dei più bei pezzi dell’album. “Highway To Hell” può considerarsi un elettrizzante inaspettato saluto ad uno dei più carismatici vocalist di sempre, che, a bordo della sua auto, percorre la sua personalissima autostrada verso l’inferno.

Nota: la copertina è una delle più note nella storia del rock, scattata durante il set fotografico del precedente album in studio Powerage.

(1979, Epic)

01 Highway To Hell
02 Girls Got Rhythm
03 Walk All Over You
04 Touch Too Much
05 Beating Around The Bush
06 Shot Down In Flames
07 Get It Hot
08 If You Want Blood (You’ve Got It)
09 Love Hungry Man
10 Night Prowler

A cura di Alessio Scala