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Bully – SUGAREGG

Al terzo LP i Bully di Alicia Bognanno hanno probabilmente fatto il botto. SUGAREGG è il nuovo disco del gruppo di Nashville (completato qui da Zachary Dawes al basso e Wesley Mitchell alla batteria) e sicuramente è la pubblicazione più significativa dell’anno della Sub Pop che, dopo il buon feedback ricevuto da “Losing” (2017), ha puntato forte sulla band richiamando anche alla produzione un big come John Congleton, uno che ha lavorato tanto con gruppi alternative e indipendenti quanto con artisti più pop che hanno riscontrato un grande successo di pubblico, al di là di quella che si può definire come una platea più ristretta di fedelissimi e appassionati ascoltatori, come ad esempio St. Vincent e David Byrne oppure Erykah Badu ed Angel Olsen. Nel 2014 ha vinto un Grammy Award proprio per l’album eponimo di St. Vincent.

Al centro sta la grande forza espressiva di Alicia Bognanno. Formatasi alla scuola di Steve Albini, Alicia è una grande performer e ha quella personalità forte ma allo stesso tempo sensibile, capace di tirare fuori contenuti rilevanti per quello che riguarda i testi e le forme espressive in generale. È una figura sopra le righe sotto questo aspetto, si espone e si mette a nudo con un’attitudine selvaggia, si esprime in maniera diretta, semplice e accessibile a tutti, ma mai banale, facendosi portavoce di quello che usando una espressione abusata possiamo definire come disagio generazionale.

Affetta da disturbo bipolare di tipo II, Alicia canta le sue canzoni a squarciagola, rappresentando se stessa ma allo stesso tempo chiamando a una forma di identificazione gli ascoltatori, che sono trascinati da questi veri e propri inni generazionali, una chiamata alle armi e a quello spirito rivoluzionario nel segno dello spirito della “gioventù sonica” che ha marcato in maniera indelebile gli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta.

Più che una storia che si ripete, possiamo parlare di una storia che si rinnova o che prova a farlo con una formula che è comunque originale. Nel disco ci sono quattordici canzoni, ma la formula compositiva scelta va nella direzione di pezzi “flash” che si fondano principalmente sul suono delle chitarre. Caratteristiche le tipiche impennate di Where To StartYouLet You, le fughe soniche di Stuck In Your Head, il furore di Hours And Hours, le ossessioni alt-noise di Add It On. Ma il sound si presta come detto a essere accessibile a tutti, è un disco accattivante, che riesce anche a essere pop con canzoni come la ballad elettrica PrismLike FireCome Down.

Rumoroso il giusto e sensibile, “SUGAREGG” è probabilmente uno dei dischi dell’anno, i Bully sono con il gruppo jangle pop australiano Rolling Blackouts Coastal Fever quelli più sul pezzo per ciò che riguarda il roster della Sub Pop Records. Certo, il contesto storico è diverso da quello richiamato degli anni Ottanta/Novanta e bisognerà aspettare per sapere se i Bully semineranno nel tempo come successo in passato con altri gruppi americani. Sicuramente oggi questo disco vale e ha un suo peso specifico rilevante.

(2020, Sub Pop)

01 Add It On
02 Every Tradition
03 Where To Start
04 Prism
05 You
06 Let You
07 Like Fire
08 Stuck In Your Head
09 Come Down10 Not Ashamed
11 Hours And Hours
12 What I Wanted
13 All Truth

IN BREVE: 4/5

Sono nato nel 1984. Internazionalista, socialista, democratico, sostenitore dei diritti civili. Ho una particolare devozione per Anton Newcombe e i Brian Jonestown Massacre. Scrivo, ho un mio progetto musicale e prima o poi finirò qualche cosa da lasciare ai posteri. Amo la fantascienza e la storia dell'evoluzione del genere umano. Tifo Inter.