Home RECENSIONI ITALIA Buñuel – A Resting Place For Strangers

Buñuel – A Resting Place For Strangers

arestingplaceforstrangersUn po’ un ritorno alle origini, alla carnalità di esordi adolescenziali fatti di rabbia e fervore, ma con la maturità di artisti scafati con alle spalle album su album e centinaia di date live. È un po’ questa l’essenza del progetto Buñuel, nuovo “supergruppo” che vede coinvolti Pierpaolo Capovilla e Franz Valente de Il Teatro degli Orrori, Xabier Iriondo degli Afterhours e quel Eugene S. Robinson che con i suoi Oxbow ha conquistato il rango di leggenda underground.

A Resting Place For Strangers nasce con presupposti di velocità e immediatezza, senza sovrastrutture compositive ma col solo intento di rimettersi in pista con la musica che ha tracciato le vite dei quattro protagonisti. La sezione ritmica, con la batteria demoniaca di Valente e il ritorno di Capovilla al basso, è il filo conduttore del disco, detta i tempi non soltanto per ruolo ma anche e soprattutto per concetto. Iriondo, da sempre avvezzo ai rumorismi nei suoi progetti extra-Afterhours, dà libero sfogo a sferragliate noise con la sua chitarra impregnata d’estetica DIY. E poi c’è Robinson che ci mette la voce, i rantoli, le urla e la sua enorme esperienza da frontman, nel senso anche fisico del termine.

È la vecchia scuola noise rock e post hardcore a essere qui ripresa e omaggiata, volendo cercare a tutti i costi un nome non si fatica a trovarlo nei Jesus Lizard: brani come This Is Love e Jesus With A Cock non nascondono i riferimenti esternandoli con ammirazione. Ma c’è dell’altro, ad esempio nel binomio composto da Streetlamp Cold e Me + I, in cui vengono fuori sonorità industriali care ai Ministry più viscerali. Oppure i rallentamenti pilotati di Dump Truck e Smiling Faces Of Children, che incupiscono ancor più un album di per sé tutt’altro che aperto.

Miscelando geometrie ben definite e masse sonore informi, gusto per l’improvvisazione e tecnica sopraffina, “A Resting Place For Strangers” si rivela un lavoro riuscito perché genuino (oltre che ben suonato), figlio di ascolti passionali che difficilmente – a parte il caso di Robinson – avrebbero potuto trovare spazio all’interno dei rispettivi progetti principali.

(2016, La Tempesta International / Goodfellas)

01 Cold Or Hot
02 This Is Love
03 I, Electrician
04 Jesus With A Cock
05 Dump Truck
06 Streetlamp Cold
07 Me And I
08 Smiling Faces Of Children
09 Whipsaw

IN BREVE: 4/5