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Common – Black America Again

Common vanta una discografia mantenutasi sempre su livelli d’eccellenza lungo un quarto di secolo. Una carriera costellata da dieci album, in cui al pari di artisti come D’Angelo ed Erykah Badu ha introdotto i ritmi caldi del soul e del jazz nell’hip hop.

Con Black America Again ritorna anche il connubio artistico con  No I.D., mentore della scena di Chicago e talent scout di un giovane produttore che sarà poi conosciuto al mondo come Kanye West. Stesso West che ha poi accolto Common nella sua etichetta e che ha reso “Be” il suo album di maggior successo. Prima ancora di essere un rapper, Common è un poeta, una sorta di maestro spirituale e guida per gli afroamericani che recita con fierezza sulle proprie origini. Come nell’apertura Joy And Peace, credere in Dio riesce a dare sempre uno spiraglio di luce anche nelle peggiori avversità.

La title track è giustamente il singolo che traina l’intero progetto, con un carico di citazioni e ricordi di avvenimenti, primi tra tutti Travyon Martin (“Travyon‘ll never get to be an older man”) e Alton Sterling. “The new plantation, mass incarceration instead of educate, they’re rather convict the kids”: l’incarcerazione di massa e la brutalità della polizia sono le nuove forme di schiavitù secondo l’artista, concetto cardine dell’ultima Letter To The Free.

A incorniciare il tutto le tracce intermezzo, vedi Word From Moe Luv Interlude (“They’ve been using this system to will their power, so it’s kind of like a slippery slope to teach their children to teach your children, to respect something that shows no respect”). E poi On A Whim Interlude e A Moment In The Sun Interlude, due strumentali jazz altrettanto potenti e fin troppo brevi. Letter To The Free è una perfetta chiusura, Common ripercorre gli anni della schiavitù ma senza strazio né rabbia, piuttosto con la consapevolezza che il 13° emendamento potrà aver abolito formalmente la schiavitù ma una diversa forma di oppressione viene combattuta quotidianamente (“We staring in the face of hate Again, the same hate they say will make America Great Again”).

Common ha sempre fatto sì che la politica e l’attivismo sociale fossero parte fondante del messaggio che vuole comunicare al mondo, ancor prima che diventasse mainstream essere pro diritti degli afroamericani e che ci fosse bisogno del Black Lives Matter per rendersi conto che da anni viene perpetuata una situazione opprimente. Il famoso slogan “Make America Great Again” del neo-presidente americano diventa per Common “Black America Again”, album che arriva con un tempismo perfetto a far rinsavire l’America e ricordare quali sono state nel passato le conseguenze di odio e repressione.

(2016, Def Jam / UMG)

01 Joy And Peace (feat. Bilal)
02 Home (feat. Bilal)
03 Word From Moe Luv Interlude
04 Black America Again (feat. Stevie Wonder)
05 Love Star (feat. Marsha Ambrosius & PJ)
06 On A Whim Interlude
07 Red Wine (feat. Syd & Elena)
08 Pyramids
09 A Moment In The Sun Interlude
10 Unfamiliar (feat. PJ)
11 A Bigger Picture Called Free (feat. Syd & Bilal)
12 The Day Women Took Over (feat. BJ The Chicago Kid)
13 Rain (feat. John Legend)
14 Little Chicago Boy (feat. Tasha Cobbs)
15 Letter To The Free (feat. Bilal)

IN BREVE: 3,5/5

Consulente ed ingegnere, ma prima ancora “music addicted”. Da sempre con sottofondo musicale a far da colonna sonora della mia vita.