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Dinosaur Jr – I Bet On Sky

Ragione o sentimento. Sono queste le due facce della moneta quando si scrive di un nuovo lavoro dei Dinosaur Jr. La si poggia sul pollice, la moneta, poi con l’indice la si fa volteggiare in aria. Cosa uscirà? La ragione ci suggerisce una valutazione musicale legata ai tempi che corrono (e che non ci sono più), alle ultimissime tiepidine apparizioni dei Dinosauri (vedi “Farm” del 2009) e a un’ispirazione che nei ragazzi (ex ragazzi) di Amherst, non è esattamente quella degli anni ruggenti. Oppure c’è il sentimento. E il sentimento è quello che ti fa stare lì a raggirarti per le mani un loro cd o vinile, pensando a tutte le volte che l’hai fatto e a ciò che nel frattempo è cambiato tutto attorno a te, comprese quelle tempie sempre meno popolate di capelli. Ecco, anche per I Bet On Sky (10 alla voce “album in studio” dei Dinosaur Jr) vige la legge “della monetina”. Anche qui è tutta una disputa tra ragione e sentimento. La ragione ti fa dire: un pezzo come Watch The Corners o uno come Almost Fare sono già stati fatti in passato, pari pari. Oppure, come un tarlo in testa, punterebbe il dito sul (dato di) fatto che negli anni nessun tipo di evoluzione ha segnato le corde di Mascis, Barlow e Murph dai tempi di “The Wagon”. Perché, quando i capelli si sbiancano, anche la musica dovrebbe seguire il naturale senso del tempo. Ma c’è il sentimento. E il sentimento è quella passione che ti fa scordare tutto e che ti porta a godere di quel suono, al sapor di Pepsi e whisky, e di quelle montagne russe elettriche figlie della proverbiale parete di Marshall mai domi. Roba che i giovincelli di oggi non riuscirebbero neanche solo a immaginare un pezzo genuino e sanguigno come Rode o una ballatona irrequieta come What Was That, per non parlare della conclusiva ed epocale See It On Your Side. Una canzone che potrebbe avere quaranta, trenta, vent’anni così come pochi mesi, tanto riesce a farsi inno in un batter d’occhio. Perché i Dinosaur Jr, esattamente come il vecchietto Neil Young, portano gli ascoltatori a roccheggiare in un mondo libero come fosse la cosa più naturale del mondo. Insomma, se ancora non s’è capito, noi scegliamo il sentimento. Che ci volete fare, dateci dei dinosauri.

(2012, Jagjaguwar)

01 Don’t Pretend You Didn’t Know
02 Watch The Corners
03 Almost Fare
04 Stick AToe In
05 Rode
06 I Know It Oh So Well
07 Pierce The Morning Rain
08 What Was That
09 Recognition
10 See It On Your Side

A cura di Riccardo Marra