Home RECENSIONI Eels – The Cautionary Tales Of Mark Oliver Everett

Eels – The Cautionary Tales Of Mark Oliver Everett

thecautionarytalesofmarkolivereverettPer un musicista non c’è nulla di più tranquillizzante di un disco fatto con la musica che conosce meglio. Entra in sala di registrazione e sembra che stia in salotto per quanto sta comodo. Ecco così il primo pezzo, il secondo, il terzo… tutto in scioltezza come se divorasse un panino al formaggio dopo una sbronza. Mark Everett sa bene che è così ed è un fatto che i dischi a nome Eels contengano sempre moltissimi elementi “di casa”.

Per uno come Mr. E è importante muoversi in territori che già conosce, lo ha fatto per dieci volte e ora undici con il disco The Cautionary Tales Of Mark Oliver Everett, nuovo tassello di una carriera lunga vent’anni. “The Cautionary…” è un disco fragile, intimo, così tanto che ascoltare pezzi come Agatha Chang, A Swallow In The Sun o Kindred Spirit significa entrare in punta di piedi in casa di Mark spiandolo mentre suona la sua chitarra chiuso in verandetta.

Non lo chiami, non lo interrompi, lo lasci fare mantenendo un silenzio rispettoso e ascolti le storie dei suoi fantasmi, delle sue paranoie, di quei ricordi che gli tolgono il fiato (Lockdown Hurricane). Il barbuto ha una voce croccante, le sue ballate rock devono tutto al tempo schifoso dell’inverno appena dimenticato.

Ma la domanda è: Mark sa che il suo disco è talmente suo da non poter mai diventare nostro (degli ascoltatori)?. Ma soprattutto, a Mark interessa tutto questo? No. Probabilmente, no. Non avrebbe scritto altrimenti questi racconti in cui l’avvertimento del titolo è un monito solo per se stesso, un diario corredato di bozzetti privati lasciati ad asciugare al sole.

«Tre fantasmi e io, seduto sul divano la notte scorsa, recuperando tutto il tempo» canta in Where I’m From e verrebbe da darglielo noi un avvertimento, battendo il tempo dei rintocchi country di quest’ultima canzone. Verrebbe da dirgli: “Mark, attento, tieni il segno delle cose, perché basta un colpo di vento per perderle per sempre”. Verrebbe, sì, ma alla fine tacciamo, lasciandolo al suo destino e alle sue canzoni.

(2014, E Works / Vagrant)

01 Where I’m At
02 Parallels
03 Lockdown Hurricane
04 Agatha Chang
05 A Swallow In The Sun
06 Where I’m From
07 Series Of Misunderstandings
08 Kindred Spirit
09 Gentlemen’s Choice
10 Dead Reckoning
11 Answers
12 Mistakes Of My Youth
13 Where I’m Going

IN BREVE: 2,5/5