Home RECENSIONI First Aid Kit – The Lion’s Roar

First Aid Kit – The Lion’s Roar

Ci sono due ragazze svedesi che hanno provocato il pianto di commozione di Patti Smith, coverizzando la sua “Dancing Barefoot”. Le stesse due ragazze che si sono poi fatte notare a livello mondiale con un’altra cover, quella di “Tiger Mountain Peasant Song” dei Fleet Foxes. In questi due episodi risiede un po’ la sostanza del progetto First Aid Kit delle sorelle Johanna e Klara Soderberg, rispettivamente 21 e 18 anni. Perché legandosi a doppio filo con la Smith ne hanno tratto un po’ d’iconografia al femminile, dimostrando al contempo la loro attenzione verso l’aureo passato del rock. Mentre della band di base a Seattle acquisiscono tutta la modernità del comune filone d’appartenenza, quello del new folk. Il che, considerando la grandezza contemporanea dei Fleet Foxes, rende bene l’idea del lavoro delle Soderberg. The Lion’s Roar, questo il titolo del loro secondo album (l’esordio “The Big Black And The Blue” è datato 2010), s’inserisce con tutti i crismi nel revival folk che da una decina d’anni a questa parte ha sfornato alcune delle realtà più interessanti, da Joanna Newsom ai Mumford & Sons, passando per Okkervil River e Beirut. Look hippie con capelli lunghi e camicione colorate, set fotografici bucolici e vintage, le due svedesi sembrano trovarsi indietro nel tempo di circa quarantacinque anni. La loro formula musicale, tanto semplice quanto suggestiva, prevede chitarre acustiche a iosa e voci ricche di eco sempre in primo piano. Fanno capolino saltuariamente anche altri elementi: vedi i fiati della title track o della stupenda In The Hearts Of Men, gli archi della ballata To A Poet e le accentuate venature country della conclusiva King Of The World. Nonostante anche il singolo Emmylou si mostri un po’ come il manifesto dell’intero lavoro, con tanto di citazione diretta per leggende del folk e del bluegrass come la Emmylou Harris del titolo, Gram Parsons, Johnny Cash e June Carter, “The Lion’s Roar” non si limita a una pedissequa riproposizione dei canovacci tipici del genere. La freddezza scandinava delle ragazze, infatti, viene pur sempre fuori, conferendo all’album un incedere etereo e trasognato che rende il tutto particolare, laddove di particolare c’è in realtà ben poco. Il kit di primo soccorso perfetto per chi, di tanto in tanto, sente il bisogno di farsi crogiolare dall’umanità del folk.

(2012, Wichita)

01 The Lion’s Roar
02 Emmylou
03 In The Hearts Of Men
04 Blue
05 This Old Routine
06 To A Poet
07 I Found A Way
08 Dance To Another Tune
09 New Year’s Eve
10 King Of The World

A cura di Emanuele Brunetto