Home RECENSIONI ITALIA Gentless3 – I’ve Buried Your Shoes Down By The Garden

Gentless3 – I’ve Buried Your Shoes Down By The Garden

Sempre quello strano accalcarsi di nuvole e vento fortissimo. La Sicilia è strana quando perde il suo benessere climatico. Si fa cupa, profonda, surreale. Monta un malessere tutto suo, più depresso che in altri luoghi proprio perché, questo, nasce dallo sfiorire, dal tramonto, dal passaggio di umori. E da sole splendente a oscurità opprimente, il salto sfianca anche i giganti, anche gli eroi. I Gentless3 sono di Ragusa, vengono cioè da uno dei punti più a sud d’Europa, là dove il vento è bollente e il cielo celeste. Là dove poi, d’inverno, il mare diventa un pazzo furioso quando s’insedia la tempesta. Il loro disco d’esordio I’ve Buried Your Shoes Down By The Garden, uscito per la giovane Wild Love e benedetto da L’Arsenale (la confederazione di artisti e musicisti nata di recente e che vede tra i suoi protagonisti anche Cesare Basile), è un album di tempesta. Ballate buie, elettriche, scricchiolanti come un vecchio galeone in balia del vento e frustato dal mare. Canzoni dal taglio obliquo, ma profondamente romantico (il senso lato è ovviamente d’obbligo), blues che custodiscono appunti sul viaggio della vita. La voce di Carlo Natoli è pulita e fatalista allo stesso momento. E’ come se cantasse dal ciglio di un burrone: un misto tra l’atterrimento della fine e il fascino del volo. “I’ve Buried Your Shoes Down By The Garden” è un disco dai suoni americani, dalla polvere americana, dal sapore americano, ma che di tutto ciò non propone uno scontato omaggio, ma piuttosto una lettura attenta, un ponte eretto che ne faciliti il collegamento. Due mondi lontani ma ugualmente innamorati dell’inquietudine. Non pensate però quello dei Gentless3 come a un disco triste, non lo è affatto. E’ piuttosto un modo per assaporare la parte più notturna, la processione del cuore nero, il brindisi sbronzo e ammaccato, l’andamento sonnecchiante, il momento propizio, il salto inevitabile tra la luce e il buio, tra il mare piatto e la tempesta. Proprio lì in mezzo, dove è imprigionata la Sicilia.

(2011, Wild Love)

01 Since ‘98
02 Comeback From
03 On Busting the Sound Barrier
04 Peggy and the Houses
05 Who’s
06 Alphabet City
07 Evidence

A cura di Riccardo Marra