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Ghostpoet – Shedding Skin

sheddingskinSarà molto difficile, d’ora in avanti, parlare di Obaro Ejimiwe semplicemente come di un rapper. Nel progetto Ghostpoet che fa capo al singer inglese la componente hip hop è sempre stata forte e lo è anche in Shedding Skin, ma col suo terzo lavoro sulla lunga distanza Ejimiwe supera una volta per tutte i confini di genere e non soltanto perché in fase di promozione ha definito questo come “un album chitarristico”. Il superamento, già instradato nel precedente “Some Say I So I Say Light” del 2013, è qui effettivo e tangibile, in più e più parti.

L’apertura è affidata al singolo Off Peak Dreams, un pianoforte classico e una ritmica piena di groove che solo nel finale lasciano spazio alle annunciate chitarre. Be Right Back, Moving House inizia con una soffice sei corde acustica, poco a poco s’inseriscono prima la batteria e poi delicati inserti elettronici su cui poggiano la voce di Ejimiwe e quella d’accompagnamento di Paul Smith dei Maximo Park: questa è la ballata in crescendo che tantissime indie sensation avrebbero voluto scrivere, senza mai riuscirci. La title track (in collaborazione con la jazzista belga Melanie De Biasio) paga pegno a quella scuola nata a Bristol e che ha fatto proseliti in tutto il globo.

I riff cinematici di That Ring Down The Drain Kind Of Feeling dipingono un noir à la Portishead, Obaro narra rappando il giusto mentre Nadine Shah ripete il mantra “I’m back where i started” fra una strofa e l’altra. Shah che compare anche a supporto di X Marks The Spot, che parte indie pop, nel mezzo fa esplodere quindici secondi di beat elettronici per chiudere poi con un finale cosmico, mentre Ejimiwe cerca di autoconvincersi reiterando un emozionale “I don’t care anymore”.

Sorry My Love, It’s You Not Me suona come se i The XX decidessero per una volta di dedicarsi all’hip hop, con la cantautrice inglese Lucy Rose a fare da perfetto contraltare vocale per le scorribande di Ejimiwe. Better Not Butter, invece, è la dimostrazione migliore tanto della virata di Ghostpoet verso territori più vicini al mondo rock (la chitarra ha qui lievissimi accenni noise) quanto del lavoro fatto in fase d’incisione con una band vera e propria. La chiusura con Nothing In The Way, poi, è semplicemente perfetta: c’è l’elettronica tanto cara a Obaro e torna ancora quel pianoforte dal sapore Radiohead già trovato ad inizio album, seppur nascosto lì dalla batteria.

“Shedding Skin” suona tremendamente organico nonostante la sensazionale varietà di spunti che lo percorre, è non convenzionale sotto ogni punto di vista pur ammaliando con sonorità familiari all’ascoltatore e fa esplodere definitivamente il talento di Obaro Ejimiwe. Già a Marzo potremmo ritrovarci ad avere fra le mani uno dei dischi dell’anno.

(2015, PIAS)

01 Off Peak Dreams
02 X Marks The Spot (feat. Nadine Shah)
03 Be Right Back, Moving House (feat. Paul Smith)
04 Shedding Skin (feat. Melanie De Biasio)
05 Yes, I Helped You Pack (feat. Etta Bond)
06 That Ring Down The Drain Kind Of Feeling (feat. Nadine Shah)
07 Sorry My Love, It’s You Not Me (feat. Lucy Rose)
08 Better Not Butter
09 The Pleasure In Pleather
10 Nothing In The Way

IN BREVE: 4,5/5