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Hop Along – Bark Your Head Off, Dog

Durante un’intervista rilasciata poco dopo l’uscita di “Painted Shut” (2015), quando le fu chiesto quali sarebbero stati i tre artisti che avrebbe voluto incontrare Frances Quinlan indicò Leonard Cohen, Louise Gluck e Julie Mehretu. E infatti lo stile cantautorale, la vena narrativa e la passione autentica per la pittura sono tre elementi che caratterizzano la Quinlan e che si riflettono inevitabilmente sulle tecniche espressive degli Hop Along.

Parolieri, musicisti, produttori, gli Hop Along sono artisti collaborativi, una specie di catena di montaggio armonica in cui ognuno ha un ruolo ben definito. Bark Your Head Off, Dog è il loro primo lavoro autoprodotto dopo una lunga collaborazione con John Agnello, e se è vero che una delle leggi dell’eleganza è togliere, gli Hop Along in questo quarto album attenuano l’energia raggiungendo comunque un risultato dinamico. Via i rumori, niente grida e distorsioni quasi a zero non impediscono all’album di restare in costante movimento, riempiendo ogni angolo di abbellimenti strutturali.

Vocoder e synth (Somewhere A Judge), mandolini, commistioni tra armonie classiche e bassi profondi (Not Abel) e una collaborazione vocale, quella con Chrissy Tashjian (Thin Lips), perfetta da qualsiasi angolazione (How Simple, Look Of Love), rendono “Bark Your Head Off, Dog” testimone della crescita personale di uno dei gruppi che conviene non perdere d’occhio. La voce di Quinlan è la carta vincente degli Hop Along: piena di rabbia e lamento, è perfettamente in grado di passare da vulnerabili sospiri a grida sconvolgenti, modificando rapidamente il mood delle tracce. Questo è ciò che restituisce l’album a livello armonico.

Ma non è tutto: “Bark Your Head Off, Dog” è un album che per essere compreso in maniera genuina avrebbe bisogno del manuale d’istruzioni. Aprendo il booklet lyrics si entra in un mondo di racconti densi di metafore e particolari apparentemente senza senso, in grado di tessere una strana forma di dialogo tra chi canta e chi, invece, ascolta.

Così, Somewhere A Judge ironizza dipingendo l’immagine di un giudice sdraiato in spiaggia, associandola all’esecuzione degli otto condannati a morte in Arkansas, prima che il farmaco potesse scadere, One That Suits Me gravita per intero intorno alla supremazia del potere maschile senza mai citare un soggetto semanticamente femminile, Look Of Love svela la metafora dietro il titolo dell’album, cercando di descrivere quanta soggezione immotivata si possa avere verso chi “abbaia” incessantemente.

“Bark Your Head Off, Dog” è l’ottimo risultato scaturito dalla lentezza creativa di un gruppo che dal 2005 ha totalizzato quattro album in studio, ma che comunque riesce a realizzare l’artwork dell’album a una velocità sorprendente: un disegno di Frances Quinlan, dipinto in una manciata di ore, mentre si trovava a casa del tour manager della band.

(2018, Saddle Creek)

01 How Simple
02 Somewhere A Judge
03 How You Got Your Limp
04 Not Abel
05 The Fox In Motion
06 One That Suits Me
07 What the Writer Meant
08 Look Of Love
09 Prior Things

IN BREVE: 3,5/5

Catanese, studi apparentemente molto poco creativi (la Giurisprudenza in realtà dà molto spazio alla fantasia e all'invenzione). Musicopatica per passione, purtroppo non ha ereditato l'eleganza sonora del fratello musicista; in compenso pianifica scelte di vita indossando gli auricolari.