Home RECENSIONI Isobel Campbell & Mark Lanegan – Ballad Of The Broken Seas

Isobel Campbell & Mark Lanegan – Ballad Of The Broken Seas

Una coppia perfetta. Isobel Campbell, ex Belle And Sebastian, bella, solare, bionda. Voce limpida, calda eterea Mark Lanegan, ex Screaming Trees, ex QOTSA, quasi brutt, pieno di rughe e dal timbro piuttosto basso. Non è una collaborazione nuova, la prima esperienza risale ad un brano contenuto nell’ep della Campbell “Time Is Just The Same” (2004). L’album è prodotto dalla Campbell, che evidentemente addolcisce di molto l’animo violento e tormentato del blues man. E’ un lavoro distante dalla produzione solista di Lanegan, anche se la vena cantautoriale, e soprattutto il suo blues rude sono espliciti, e legano in una struttura solida le dodici tracce dell’album. In fondo le tensioni di “The Winding Sheet” (1990) e Ballad Of The Broken Seas sono contrarie ma dello stesso valore. Il loro lavoro è seducente, dotato di un’armonia umana che fa passar via la vergogna di arrossire. Le corde di violoncello suonate dalla Campbell e il suono tetro delle parole di Lanegan scaldano piacevolmente. Sfumando labili disegni di storie intime. E’ un disco che gira e rigira su corde basse, su sospiri e sussurri, intimamente inquietanti, rifugiati in piccoli blues composti da quasi nulla. Si snoda poi per angoli folk, con qualche nota che, vogliamo interpretare, ironicamente country. C’è chi sente un’improrogabile urgenza di paragonare Lanegan a Waits, tutti e due blues, entrambi voci basse e pesanti. Fine. Due storie con lo sfondo della vasta West Valley devono essere uguali? Molti si stupiscono a vedere questi due nomi consecutivi, perchè partono dalla giusta deduzione di accostare le cose per caratteri uguali, blu con blu, quadrato con quadrato… ma un abito nero sta sempre meglio con le scarpe rosse. C’ è chi non sopporta la vocina della Campbell… a volte pigola. E chi scambia Lanegan per un cane da guardia. Ma chi non è nuovo ad una sensibilità al bello morbida e silente, riesce a sorridere di poco. Di così poco. Per chi, insomma, riesce ad ascoltare in silenzio è logico, come una formula matematica, che i due siano finiti a suonare assieme. La composizione è sempre molto semplice, sconfortante quasi, ma per sua stessa natura. E’ solo la giustapposizione tra i due a renderla particolarmente leggera e decisamente interessante. Quando Lanegan racconta e la Campbell in disparte si occupa di tessere le trame del controcanto.

(2006, V2)

01 Deus Ibi Est
02 Black Mountain
03 The False Husband
04 Ballad Of The Broken Seas
05 Revolver
06 Ramblin’ Man
07 (Do You Wanna) Come Walk With Me?
08 Saturday’s Gone
09 It’s Hard To Kill A Bad Thing
10 Honey Child What Can I Do?
11 Dusty Wreath
12 The Circus Is Leaving Town

A cura di Vittoria Strazzeri