Home RECENSIONI Isobel Campbell & Mark Lanegan – Hawk

Isobel Campbell & Mark Lanegan – Hawk

La collaborazione tra Isobel Campbell e Mark Lanegan non può che stimolare tanti “perché”. Perché loro due? Perché la Campbell dalla Scozia è andata a cercare il vecchio Lanegan nella lontana Ellensburg, o forse a Los Angeles chi può saperlo? Perché il suono dei loro dischi (ben quattro assieme) non risente della diversità degli attori in campo (Mark, bruto, misantropo, di poche parole; Isobel dolcissima ed espansiva)? Perché, infine, i suoni dell’America scelti come base di partenza del sodalizio? Insomma, se il dubbio è matrice di complessità e di vita, la sinergia tra i due è già di per sé qualcosa di speciale. Il quarto disco della bella e la bestia, Hawk, così è un frullato di tutte queste domande. Lanegan-Campbell propongono un album fotografico del deserto americano con i suoi suoni melanconici (Time Of The Season), le sue aridità rock (Snake Song), le ballate struggenti (Sunrise), i mezzogiorni infuocati di boogie ed elettricità (HawkGet Behind Me), le eco in lontananza (To Tell Hell & Back Again). Mark è stranamente addomesticato, più di quello che si ricorda anche nei suoi episodi più soft, Isobel è cantastorie adattata al mood a stelle strisce, solo in un episodio fa straripare le landscape scozzesi, ovvero in Eyes Of Green: brano filastrocca accompagnato da chitarra acustica, fisarmonica, tamburi e violini. “Hawk”, il falco, vola in una panoramica aerea, è un disco che trasuda romanticismi e rabbie ma piene di vita. Mark Lanegan e Isobel Campbell lontani dalle loro principali occupazioni (lei a secco con i Belle And Sebastian dal 2006; lui ha frenato la carriera da solista con “Bubblegum” del 2004) si divertono in un catalogo di canzoni fatte di segatura e cuore (Lately) e di una passione per la musica che è sparpagliata ovunque nel disco. E allora perché loro due? Perché questa collaborazione? Perché, nel loro caso, gli opposti si attraggono perfettamente? Forse per quella loro maniera di “fare le cose”, lontani da logiche di hit, di “posterizzazione” della musica, di costruzione del personaggio.

Nota 1: James Iha (Smashing Pumpkins, A Perfect Circle) suona la chitarra nel blues You Won’t Let Me Dawn Again.

Nota 2: No Place To FallSnake Song sono cover di Townes Van Zandt.

(2010, V2 / Vanguard / Cooperative)

01 We Die And See Beauty Reign
02 You Won’t Let Me Down Again
03 Snake Song
04 Come Undone
05 No Place To Fall
06 Get Behind Me
07 Time Of The Sea¬son
08 Hawk
09 Sun¬rise
10 To Hell & Back Again
11 Cool Water
12 Eyes Of Green
13 Lately

A cura di Riccardo Marra