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It Hugs Back – Slow Wave

slowwaveCe la mette tutta Matthew Simms pur di portare il suo progetto parallelo ai Wire, gli It Hugs Back, a lidi d’ascolto molto più espansi, al centro di un interesse multiplo per masse da estasiare. Ma fino ad ora – e con questo Slow Wave siamo già al quarto album – la strada sembra sempre in salita a dispetto di un’atmosfera generale rarefatta, un pop raffinato a mollo in un dream waveing liquido, una lisergia tattile e fluttuante che avviluppa l’ascolto a mo’ di placebo.

Nove tracciati di torpore e vapore caldo, una immaginazione melodica che si dilata e ristringe come un magnetismo a mantice, chamber pop, molti gli echi dei Wire tra cui Endless Drive, poi defilati i Tindersticks che aleggiano in Somnolence, audaci Clientele svolazzanti in Goodbye e la spiritualità indie di stampo Slodiwe e Super Furry Animals in Everything’s OK, Happy Birthday e Shadows a rendere ancor più miscelato un sound che irretisce di fascino e concretezza vellutata.

I quattro musicisti del Kent hanno in mano e portano un sound esperienziale di classe, tracciano una visionarietà di arrangiamento gradevole e di immediata accessibilità che lascia – anche a giri fermi – l’eco in loop di una eleganza che si fa fatica a credere che non sia ancora patrimonio di eserciti d’orecchi. Consigliato.

(2015, Safe & Sound)

01 Goodbye
02 Happy Birthday
03 Endless Drive
04 Somnolence
05 Reprise
06 Everything’s OK
07 Anyway
08 Still Here
09 Shadows

IN BREVE: 3,5/5

Giornalista e critico musicale da tempo, vivo nella musica per la musica, scrivo di suoni, sogni e segni per impaginare gli sforzi di chi dai sistemi sonori e dalle alchimie delle parole ne vuole tirare fuori il ritmo vitale dell’anima.