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Ladytron – S/T

Dopo otto anni d’assenza sono tornati a farsi sentire i Ladytron con un lavoro di genere, molto attento alle composizioni, in linea con le precedenti produzioni. Il sound di riferimento è il synthpop di chiara matrice ottantiana, il rischio del già sentito era alto ma in questo omonimo Ladytron c’è una ricerca maggiore e volutamente vintage.

Si parte con Until The Fire, classica canzone pop midtempo su base elettronica. Si prosegue con il primo singolo, The Island, brano stupendo, caratterizzato da un tappeto di synth che fa ritornare con la mente indietro di quasi quarant’anni. Con Deadzone, brano di derivazione electroclash, i suoni si fanno più cupi, mentre in Paper Highways sono presenti chitarre distorte, ben inserite in un impianto sonoro molto omogeneo. You’ve Changed, invece, richiama il sound più acido dei Depeche Mode, così come non mancano momenti dai contorni più gotici come la conclusiva Tomorrow Is Another Day.

Il disco della band britannica, molto amata da Brian Eno, rappresenta una summa di musica elettronica all’interno della quale possiamo notare influenze che richiamano sia la new wave (con spunti shoegaze), sia atmosfere e substrati sonori più ricercati, vicini a formazioni come i Goldfrapp e i capostipiti Kraftwerk.

Come sempre magnetica l’interpretazione vocale di Helen Marnie, che con il suo apporto aggiunge ai brani maggiore fascino. In conclusione un album ben curato, ma probabilmente troppo indirizzato verso un pubblico di nicchia, appassionato di certe proposte anni ‘80.

(2019, !K7)

01 Until The Fire
02 The Island
03 Tower Of Glass
04 Far From Home
05 Paper Highways
06 The Animals
07 Run
08 Deadzone
09 Figurine
10 You’ve Changed
11 Horrorscope
12 The Mountain
13 Tomorrow Is Another Day

IN BREVE: 3/5

Vive a Reggio Calabria. Dopo anni passati fuori per lavoro, è ritornato nella sua città. Blogger, appassionato di fotografia, musica e cinema. Presidente dell'associazione culturale Fahrenheit 451. Redattore del magazine Suddiario. Ascolta prevalentemente rock, in tutte le sue declinazioni, post punk, dark wave, dream pop, post rock, senza disdegnare qualche incursione jazz.