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Low – C’mon

Mica puoi dire ai Low di stare sempre sul pezzo, non sono certo la band adatta. Quattro anni di silenzio, ma quattro anni di vita per i coniugi Sparhawk: la famiglia, i figli, il teatro, la quotidianità. Un disco per i Low non è un lavoro, ma invece un’esigenza di espressione. E se quest’aspetto era netto nel precedente “Drums And Guns” (momento di intensissima riflessione spirituale), lo è anche oggi con C’mon. Dai titoli dei due album si percepisce immediatamente che qualcosa è cambiato in questo lasso di tempo, perché “Drums And Guns” era un disco plumbeo, in cui l’elettronica rendeva i salmi dei Low dei veri e propri momenti di ascesi di fede, e invece, oggi, “C’mon” è un girasole che s’apre al vento fresco. Un disco che recupera le chitarre, il pop, la dimensione più terrena e, soprattutto, che ritorna a guardare le cose in maniera più speranzosa. “C’mon”, “andiamo”, “forza”, è un’esortazione ad alzarsi e vivere la vita che è sempre troppo breve. Musicalmente, come già detto, Alan Sparhawk, Mimì Parker e Steve Garrington (che ha sostituito Matt Livingstone), optano per un impianto melodico immediato senza tunnel o deviazioni di percorso. A regnare è il minimalismo, dove il corpo dei brani subisce un’operazione di attenta sottrazione degli elementi in campo. Prendi ad esempio DoneEspecially MeMajesty / MagicNightingale, sono pezzi talmente intagliati che ne riesci a scorgere il nocciolo da cui sono nate. E sotto la leggera ragnatela delle voci di Alan e Mimì c’è un cuore rossissimo che batte febbrile. Se poi ci aggiungete che questo disco è stato registrato in una vecchia chiesa sconsacrata vicino a Duluth (oggi divenuta un vero e proprio studio di registrazione dal nome che è tutto un programma: “Sacred Heart Studio”), allora capirete bene che il suo ascolto non sarà come gli altri. Anzi di più, sarà un atto d’amore incondizionato, un amore alto, spirituale, metafisico, un amore libero, un amore gratis ($20).

Nota: Dove erano finiti i Low dopo “Drums And Guns”? In questo lasso di tempo i coniugi Sparhawk hanno composto musiche per la performance teatrale di Morgan Thompson intitolata “Heaven”.

(2011, Sub Pop)

01 Try To Sleep
02 You See Everything
03 Witches
04 Done
05 Especially Me
06 $20
07 Majesty / Magic
08 Nightingale
09 Nothing But Heart
10 Something’s Turning Over

A cura di Riccardo Marra