Home RECENSIONI Miles Kane – Don’t Forget Who You Are

Miles Kane – Don’t Forget Who You Are

Nell’epoca del revival, dove tra i nuovi acclamati fenomeni c’è chi riprende la psichedelia sixties (chi ha detto Tame Impala?) e chi rifà il post punk (chi ha detto Savages?), volete che non ci sia qualcuno che si “limiti” a riattraversare quel territorio fertilissimo che è stata la scena brit? Un periodo, quello, anche cronologicamente più vicino: ci sta che ragazzi oggi 25/30enni siano cresciuti a pane e Oasis e quindi a pane e Beatles, Who e compagnia bella.

Il giovane Miles Kane c’è immerso fino al collo – e forse anche un po’ più in su – in quel calderone, tanto che già per il suo esordio da solista “Colour Of The Trap” (2011) s’erano scomodati paragoni importanti e scovate citazioni illustri (e a tratti imbarazzanti, aggiungiamo noi). Con questo Don’t Forget Who You Are, sophomore del ventisettenne suddito di Sua Maestà, la sostanza non cambia affatto se non in trascurabili quisquilie: ad esempio, se nel primo disco a firma Kane quelle che venivano maggiormente fuori erano le venature mod, qui è invece il brit rock degli anni ’90 a far più spesso capolino, il che è come dire che ci troviamo a parlare di un pulcino anziché di un pollo.

L’iniziale Taking Over e la conclusiva Darkness In Our Hearts devono più di qualcosa agli Strokes e agli Arctic Monkeys dell’amico Alex Turner, la title track ha l’approccio anthemico dei fratelli Gallagher e delle loro promanazioni extra-Oasis, You’re Gonna Get It e Give Up sembrano prese in prestito dai Kasabian più ammiccanti, mentre Fire In My Heart è la classica ballatona da smartphone acceso ai concerti, uno di quegli standard che non può mai mancare in un disco made in UK.

Questo crogiolarsi nelle rassicuranti note dei propri beniamini, questo rimirarsi nel pudding che Miles Kane fa con nonchalance, finisce per rendere oltremodo prevedibile ciascuna delle undici tracce che compongono l’album, forti di una verve convincente – bisogna ammetterlo – ma povere dal punto di vista della personalità. Caro Miles, noi accettiamo di buon grado l’invito a non dimenticare chi siamo… tu, dal canto tuo, tenta di fare altrettanto: riscopri il piacere di mettere un pizzico di follia e stravaganza nei tuoi brani, il risultato non potrà che giovarne.

(2013, Columbia)

01 Taking Over
02 Don’t Forget Who You Are
03 Better Than That
04 Out Of Control
05 Bombshells
06 Tonight
07 What Condition Am I In?
08 Fire In My Heart
09 You’re Gonna Get It
10 Give Up
11 Darkness In Our Hearts