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Moon Duo – Shadow Of The Sun

shadowofthesunEcco gli ingredienti per una seratina con i fiocchi: un comodo tatami al centro della stanza, luci soffuse, lava lamp multicolore tutt’intorno, la statuetta del Buddha lì sul mobile, un bel poster del Jimi più sgargiante attaccato alla parete, i vinili dei Tame Impala che fanno capolino fra quelli della summer of love ereditati dai vostri genitori e in sottofondo loro, i Moon Duo. Potreste scegliere “Mazes” e “Circles” o, se doveste sentirvi più intraprendenti, potreste lanciarvi nell’ascolto di questo Shadow Of The Sun, terzo lavoro in studio di Erik “Ripley” Johnson e Sanae Yamada. Il risultato sarebbe pressoché identico, perché in fondo l’anima dei Moon Duo è quella e difficilmente vedremo mai delle evoluzioni in territori troppo distanti.

Psichedelia a dosi massicce, quelle vene kraut che di tanto in tanto s’intravedono fra le trame dei brani e la chitarra di Ripley che vaga libera, senza una meta stilistica ben definita: in extrasistole in Night Beat o Zero, più distorta in Thieves, marcatamente sixties in Slow Down Low o addirittura post punk nella conclusiva Animal. Ma che sa essere anche estremamente lisergica nella centrale In A Cloud, un po’ il fulcro riflessivo su cui ruota l’intero disco. Un caleidoscopio, questo, in cui s’innestano alla perfezione gli inserti certosini della Yamada, vero distinguo fra i Moon Duo e altre band affini per sound.

La vera novità di “Shadow Of The Sun”, se di novità vogliamo parlare, è l’ingresso in formazione del batterista John Jeffrey, che si nota soprattutto perché la parte ritmica è qui sensibilmente più presente che in passato, il che avvicina ancor di più questi Moon Duo del 2015 al progetto principale che impegna Ripley, ovvero i Wooden Shijps.

Per il resto, c’è come sempre San Francisco sullo sfondo e una riuscitissima voglia da parte dell’accoppiata Ripley/Yamada di non discostarsi dal proprio percorso senza per questo risultare autoreferenziali. A voi non resta che procurare il necessario per la seratina con i fiocchi. Dimenticavamo, per il “sostentamento” la scelta è libera: “insalata” o “funghi”, fa lo stesso.

(2015, Sacred Bones)

01 Wilding
02 Night Beat
03 Free The Skull
04 Zero
05 In A Cloud
06 Thieves
07 Slow Down Low
08 Ice
09 Animal

IN BREVE: 3,5/5