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Motorhead – Bad Magic

PrintA due anni di distanza dal penultimo “Aftershock”, i Motorhead tornano prepotentemente sulla scena con in saccoccia il nuovo Bad Magic, tassello essenziale che si aggiunge ai rimanenti a consacrazione della band più chiassosa del mondo, nell’Olimpo degli Dei dell’heavy metal.

Nonostante i 23 dischi in carriera, le decine di centinaia di live sul groppone e gli ormai dichiarati problemi di salute di Lemmy Kilmister, sin dalle prime battute del disco si evince che tra le intenzioni imminenti del trio non figura certamente quella di un ritiro da dopolavoro presso le rispettive ville in campagna: Victory Or Die e Thunder & Lightning rispecchiano alla perfezione il puro stile Motorhead, mix esplosivo di rock’n’roll, punk e blues pompato agli estremi, tale da riuscire a perforare contemporaneamente i woofer dell’impianto e i timpani dell’audace ascoltatore.

La voce di Lemmy è sempre ruvida e trasudante Jack Daniels, fedelmente contornata dalla spigolosa chitarra di Phil Campbell e dall’impeccabile drumming di quella macchina infernale dei tamburi chiamata Mikkey Dee. E proprio il biondo batterista svedese si rende protagonista in Shoot Out All Of Your Lights, con un intro che riporta alla mente l’inconfondibile e gloriosa “Overkill”.

Ma la “bad magic potion” dei Motorhead rimane sempre la stessa arma segreta con cui la band è riuscita a impossessarsi negli anni degli animi e degli apparati uditivi di rockers di ogni generazione, razza o posizione sociale. Dopo gli esperimenti decisamente più hard rock oriented di Fire Storm Hotel e The Devil, Lemmy & Co. decidono di re-intraprendere la strada della perseveranza, seguendo il sentiero a loro più consono: Teach Them How To Bleed, il singolo Electricity e Tell Me Who To Kill sono tre pezzi dal tiro incredibile. L’epico basso “Rick” di Lemmy è immerso in una miscela esplosiva di riff al Napalm, il tutto scandito in ogni singolo istante da un Mikkey Dee in eccelsa forma, a conferma del fatto che la fiamma del rock’n’roll non si è ancora spenta.

Spazio anche per una delle rarissime ballad all’interno della discografia dei Motorhead, Till The End (che si va ad aggiungere alle meno recenti “God Was Never On Your Side” o “I Ain’t No Nice Guy”, quest’ultima con Ozzy Osbourne) nella quale si possono apprezzare le capacità di Phil Campbell nel riuscire a creare assoli di chitarra melodici e con bending lamentosi e iper-espressivi, in grado di spezzare il cuore anche del più duro tra i fan.

Ciliegina sulla torta e dulcis in fundo un’ottima cover di Sympathy For The Devil dei Rolling Stones, interpretata e suonata con un arrangiamento ascendente e ben concepito, che potrebbe tranquillamente guadagnarsi la pagnotta al primo ruggente e indiavolato “Pleased to meet you, hope you guess my name” di Lemmy.

Le primavere trascorse sono ormai copiose, il tempo passa per tutti, ma queste tre bestie da palco proprio non vogliono saperne di mollare una nota, né di lasciare centimetri alla concorrenza, facilmente sbaragliata. D’altronde loro sono i Motorhead e continueranno a insegnare il rock’n’roll… ancora per un po’.

(2015, UDR)

01 Victory Or Die
02 Thunder & Lightning
03 Fire Storm Hotel
04 Shoot Out All Of Your Lights
05 The Devil
06 Electricity
07 Evil Eye
08 Teach Them How To Bleed
09 Till The End
10 Tell Me Who To Kill
11 Choking On Your Screams
12 When The Sky Comes Looking For You
13 Sympathy For The Devil (cover Rolling Stones)

IN BREVE: 4/5

Nato a Catania nel Febbraio 1989, da sempre appassionato di audio, studia ingegneria del suono. La sua vita cambia quando a 13 primavere ascolta per la prima volta un solo di Hendrix. Da quel momento lui e la sua chitarra sono un'entità unica avente vita propria.