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My Morning Jacket – Circuital

A Louisville i My Morning Jacket sono sempre stati una specie di mosca bianca: in mezzo a tutto il torpore della scena più languida e rallentata d’America, apparvero subito (da quando misero piede s’un palco, a fine Novanta) come una spruzzata di colori. Poco nero, dunque, dagli strumenti di questa band, il cui leader Jim James è incarnazione di un modo di vedere la musica non necessariamente come un epitaffio personale. Circuital è l’ultimo episodio, pop, naturalmente affacciato al giorno e che, di questo, indossa le vesti più appropriate. Ballate fresche, storie d’amore, un pizzico di spossatezza che, se abiti in un luogo in cui il cattivo umore sembra dominare sul resto, è quasi inevitabile. “Circuital” stringe piccoli cenacoli sulla vita, sul futuro. Così come canta James nella title-track: “You think you’ll find yourself out ther e/ Out in the lion’s den / In some bloody battle (…) Or disappear into the vacuum (… )where you can’t lose nothing” (Pensi che ti troverai là fuori / nella fossa dei leoni / in mezzo a una battaglia sanguinaria (…) o magari perso nel vuoto / dove non puoi perdere nulla”). Uno struggente romanticismo in senso ampio che trionfa anche nel bell’andamento del finale pianistico di Movin’ Away: “Moving away, crazy destiny / I’ll always be an alarmist (…) Anything for romance” (“Vai via, destino folle, sarò sempre un allarmista / qualsiasi cosa per l’amore”). Dieci brani, quasi cinquanta minuti di musica, una soffitta di suoni ora più pop tastieristico (Victory Dance, The Day Is Coming), ora più intimisti (Wonderful The Way I Feel) ora dall’appassionante piglio corale (Holdin’ On To Black Metal), ma dall’unico marchio di fabbrica. Ecco. Ecco qual è la vera qualità di questo disco: sa di My Morning Jacket dal primo all’ultimo minuto. L’ascoltatore si sente comodo dentro a quella giacca, gli calza a pennello perché ne esalta normali saliscendi emotivi, non intralcia movimenti con cadute di ritmo e intensità, e perché è la giacca del giorno, quella che si vive di più. Un neo c’è, però: che schifo è quella copertina?

(2011, ATO)

01 Victory Dance
02 Circuital
03 The Day Is Coming
04 Wonderful (The Way I Feel)
05 Outta My System
06 Holdin’ On To Black Metal
07 First Light
08 You Wanna Freak Out
09 Slow Slow Tune
10 Movin’ Away

A cura di Riccardo Marra