Home RECENSIONI R.E.M. – Part Lies, Part Heart, Part Truth, Part Garbage 1982-2011

R.E.M. – Part Lies, Part Heart, Part Truth, Part Garbage 1982-2011

Disquisire del greatest hits di una band giunta al capolinea è un’operazione tanto banale quanto probabilmente inutile. E anche un po’ masochistica, per chi ha vissuto delle note e delle parole del gruppo in questione. A maggior ragione se la raccolta non presenta poi una quantità consistente di quegli extra che ciascun fan che si rispetti agogna. Part Lies, Part Heart, Part Truth, Part Garbage 1982-2011 fa parte di quest’ultima categoria, ma allo stesso tempo è anche l’ultimo e definitivo atto della carriera degli R.E.M., circostanza che già da sé annulla del tutto qualsiasi velleità critica. Un doppio album, per un totale di quaranta brani (di cui tre inediti) che ripercorrono da cima a fondo la discografia della band di Athens, da quel mitologico ep dell’82 che fu “Chronic Town” fino all’ultimissimo “Collapse Into Now”, dato alle stampe quest’anno. Nel mezzo, oltre trent’anni di musica (quasi) sempre ad altissimo livello. La tracklist di questa scatola della memoria è la sorpresa che non t’aspetti, perché Michael Stipe e soci decidono – e come non essere d’accordo con loro – di scegliere davvero il meglio, i pezzi più rappresentativi della loro produzione, ragionando e selezionando il materiale come avrebbe fatto ciascuno dei milioni di fan sparsi in giro per il globo. Il risultato è che ci stanno dentro Radio Free Europe e Fall On Me, Orange Crush e Losing My Religion, Everybody Hurts ed Electrolite, e pure le più recenti Imitation Of Life e Oh My Heart. L’intera vita di una band e di almeno un paio di generazioni racchiusa in due dischetti. I tre inediti (A Month Of Saturdays, We All Go Back To Where We Belong e Halleluja) non sono certamente il fulcro della raccolta, vuoi perché magari venuti fuori da outtakes varie, vuoi perché costruiti con quel marchio di fabbrica remiano che dopo oltre tre decadi ha smesso di stupire, facendo apparire “normali” e persino “ripetitive” le peculiarità di una band unica nel suo genere. Dopo un addio ricco di dignità e di amore nei confronti della musica e della propria storia insieme, Michael Stipe, Peter Buck e Mike Mills – ma a noi piace aggiungere anche Bill Berry – mettono nel cassetto il loro marchio con la classe che li ha da sempre contraddistinti, a partire dal titolo stesso scelto per la raccolta. Ad inizio recensione si parlava dell’inutilità del discutere di un greatest hits del genere. Perché, allora, questo articolo? Un omaggio, un puro e sentito omaggio ad una delle esperienze rock più significative della storia: nessuna bugia, niente spazzatura, solo verità e tanto, tanto, tantissimo cuore.

(2011, Warner)

– CD 1 –
01 Gardening At Night
02 Radio Free Europe
03 Talk About The Passion
04 Sitting Still
05 So. Central Rain
06 (Don’t Go Back To) Rockville
07 Driver 8
08 Life And How To Live It
09 Begin The Begin
10 Fall On Me
11 Finest Worksong
12 It’s The End Of The World As We Know It (And I Feel Fine)
13 The One I Love
14 Stand
15 Pop Song 89
16 Get Up
17 Orange Crush
18 Losing My Religion
19 Country Feedback
20 Shiny Happy People

– CD 2 –
01 The Sidewinder Sleeps Tonite
02 Everybody Hurts
03 Man On The Moon
04 Nightswimming
05 What’s The Frequency, Kenneth?
06 New Test Leper
07 Electrolite
08 At My Most Beautiful
09 The Great Beyond
10 Imitation Of Life
11 Bad Day
12 Leaving New York
13 Living Well Is The Best Revenge
14 Supernatural Superserious
15 ÜBerlin
16 Oh My Heart
17 Alligator_Aviator_Autopilot_Antimatter
18 A Month Of Saturdays
19 We All Go Back To Where We Belong
20 Hallelujah

A cura di Emanuele Brunetto