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Richard Ashcroft – These People

thesepeopleDiciamoci la verità: c’eravamo un po’ tutti dimenticati di Richard Ashcroft, che invece esiste ancora. È questa la prima, splendida notizia (non scontata, dopo sei anni di silenzio artistico pressoché totale). Seconda sorpresa: Richard Ashcroft non è artisticamente bollito, i fasti dei Verve (e dei suoi ottimi esordi solisti) sono ormai lontani, ma il cantautore di Wigan riesce sempre a sfornare lavori in studio dignitosi, anche se una certa prevedibilità fa costantemente capolino nelle orecchie di chi ascolta.

Era avvenuto ciò per lo sfortunato “United Nations Of Sound” del 2010 ed accade esattamente questo anche per l’apprezzabile These People, dove sono presenti momenti assolutamente gradevoli ma non certo originali. Esemplificativo in tal senso il singolo This Is How It Feels: semplice ma diretto, cresce ascolto dopo ascolto. Bene, benissimo anche la successiva They Don’t Own Me, malinconica ballad di prevedibile ma pregevolissima fattura: ricorda vagamente “Lucky Man”, ma in fondo chi se ne frega.

La title track e le danzereccie Hold On e Out Of My Body non vanno oltre una stentatissima sufficienza, mentre va un po’ meglio con Everybody Needs Somebody To Hurt e Picture Of You. Purtroppo il discorso cambia in negativo col finale del disco, a causa di tre brani (Black Lines, Ain’t The Future So Bright e Songs Of Experience) nelle quali non si capisce davvero dove il buon Richard voglia andare a parare.

In conclusione, che somme trarre da “These People”? Un disco che a tratti vivacchia, a tratti decolla, ma tutto sommato tiene discretamente alla distanza. Per un artista che ha dimostrato di essere parecchio incostante, può tutto sommato andare bene così, a patto di non fare impietosi paragoni con un glorioso passato che difficilmente ritornerà.

(2016, Cooking Vinyl)

01 Out Of My Body
02 This Is How It Feels
03 They Don’t Own Me
04 Hold On
05 These People
06 Everybody Needs Somebody To Hurt
07 Picture Of You
08 Black Lines
09 Ain’t The Future So Bright
10 Songs Of Experience

IN BREVE: 3/5

Una malattia cronica chiamata britpop lo affligge dal lontano 1994 e non vuole guarire. Bassista fallito, ma per suonare da headliner a Glastonbury c'è tempo. Già farmacista, ha messo su la sua piccola impresa turistica. Scrive per Il Cibicida dal 2009.