Home RECENSIONI Stinking Lizaveta – Sacrifice And Bliss

Stinking Lizaveta – Sacrifice And Bliss

Il ritorno in pista degli Stinking Lizaveta coincide con un netto miglioramento qualitativo rispetto al deludente “Scream Of The Iron Iconoclast” di due anni fa. Si sono riappropriati di quella verve grazie alla quale ci fecero innamorare del capolavoro “Caught Between Worlds” e, a ben quindici anni dall’atto di formazione, il power-trio di Philadelphia dimostra di essere vivo e vegeto e con ancora molto da dire. La loro miscellanea di stoner, ghirigori lisergici in stile space rock, conati sludge e placche tipiche delle recenti mutazioni dell’alternative metal (versante più post-core oriented) gira a mille e Sacrifice And Bliss si tramuta in un trip che mette in connessione la mente con le correnti magnetiche dell’universo intero. Si guarda spesso agli anni ’70, soprattutto alla scuola kraut, non solo per certe andature meccaniche che Faust e Can apprezzerebbero, ma anche per i visionari frattali policromi che affiorano al cervello in certi soliloqui di chitarra carichi di wah-wah, a dimostrazione che le escursioni cosmiche degli Ash Ra Tempel non hanno affatto perso forza evocativa e fascino sulle contemporanee schiere di musicisti. La band di Yanni e Alexi Papadopoulos (la line-up è completata dalla batterista Cheshire Agusta) si profonde in dieci tracce interamente strumentali, come da tradizione nel suo stile, andando come pachiderma in Autochtony! Autochtony!Zeitgeist, The MovieWe Will See (uno dei pezzi forti del lotto), astraendo successivamente la componente più fisica per lasciar emergere il nocciolo più etereo e placido (When I Love You). Chiaramente ispirati da moventi sociali (un titolo come “Zeitgeist, The Movie” – che cita l’interessante documentario di cui vi si consiglia la visione – è alquanto emblematico, e fa il trittico con A Man Without A CountryA Day Without A Murder), gli Stinking Lizaveta riescono col solo ausilio delle trame strumentali a delineare scenari mutevoli ed in parte anche solenni e catastrofici, per via di temi melodici che mantengono fede al movente descrittivo. Il labirintico svolgersi delle idee degli Stinking Lizaveta ritrova quindi la sua carica propulsiva e l’ispirazione che sembrava averli abbandonati due anni fa. Disco non facile, non aperto a tutti per una band che perpetua il suo piccolo e sotterraneo culto.

(2009, Monotreme / At A Loss)

01 Autochtony! Autochtony!
02 A Day Without A Murder
03 Zeitgeist, The Movie
04 When I Love You
05 Sacrifice And Bliss
06 We Will See
07 A Man Without A Country
08 Superluxation
09 Trouble Mountain
10 The Man Needs Your Pain

A cura di Marco Giarratana