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SULK – No Illusions

noillusionsCon i Charlatans di Tim Burgess nella tasca del proprio sound, i londinesi Sulk seguitano a mettere mano al passato ma con una mentalità nuova e tutt’altro che nostalgica. No Illusions, secondo disco della band, è la cartina di tornasole di un’epoca che non smette di respirare, alla faccia di tante curve modaiole, il loro appartenere alla filosofia della scuola Madchester.

È una bella ventata di pop ibridato (beat, psichedelica e pixel di shoegaze) che inevitabilmente piace e che senza stravolgere nulla “ricapitalizza” anni d’oro che tornano a insediarsi nella contemporaneità. Dieci brani con credenziali di alto livello, dieci proposte che completano e abilitano una formazione di cui già mezza Europa parla, chitarre luccicanti, jingle jangle, ardori orientali à la Kula Shaker in The Only Faith Is Love, nella title track e in Love Can’t Save You Now.

Dietro l’angolo i Verve (vedi Queen Supreme) e la California dai cavalloni spumeggianti e dei sogni XXL (vedi Drifting), tracce in cui si articola un profondo senso di intrigo melodico che se ti aggancia al primo giro ti rende prigioniero della propria emotività. Chiude il riverbero di Another Man Fades Down e il pensiero che sia un altro disco da non perdere prende violentemente il sopravvento.

(2016, Perfect Sound Forever)

01 Black Infinity (Upside Down)
02 The Only Faith Is Love
03 No Illusions
04 Drifting
05 One Day
06 Past Paradise
07 Queen Supreme
08 Love Can’t Save You Now
09 The Tape Of You
10 Another Man Fades Dawn

IN BREVE: 3/5

Giornalista e critico musicale da tempo, vivo nella musica per la musica, scrivo di suoni, sogni e segni per impaginare gli sforzi di chi dai sistemi sonori e dalle alchimie delle parole ne vuole tirare fuori il ritmo vitale dell’anima.