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Teleman – Brilliant Sanity

brilliantsanityAvete mai ascoltato le ballatine altamente simpatiche e da compagnia dei Metronomy o, più in là, degli Hot Chip? Ecco, fermatevi un attimo su Brilliant Sanity, nuovo disco degli inglesi Teleman, e vi ritroverete a casa, nel comfort di undici brani orecchiabili al 100% e farciti di quella tenerezza morbidosa che fa passare un pochetto dell’esistenza tra sogni e indie pop di gamma.

Un album fresco che apre spiragli su un nuovo modo di ascoltare il pop alternativo, quello dalla finta leggerezza e con molta personalità, quello in cui ritornano i vecchi suoni di Mellotron, Korg e il cantato è agrodolce, come perso in storie e ricordi annebbiati, un lavoro questo dei Teleman molto rassicurante e – al contempo – velato di psichedelia soffice che non guasta mai se si vuole ripercorrere un mood a ritroso, ora definito “vintage”.

Jonny Sanders, Hiro Amamiya, Tommy Sanders e Pete Cattermoul ricamano un bel lavoro, ritmi beat in Düsseldorf e nella title track, suoni nebulosi in Canvas Shoe, un veloce avvicinamento ai Franz Ferdinand in Tangerine e a colori stroboscopici in Drop Out. Alla fine la stratificazione allampanata e impalpabile di Devil In My Shoe tira le tende sulla tracklist, lasciando in giro una soddisfazione piena per aver ascoltato un qualcosa che senza stravolgere – fate come vi pare – travolge.

(2016, Moshi Moshi)

01 Düsseldorf
02 Fall In Time
03 Glory Hallelujah
04 Brilliant Sanity
05 Superglue
06 Canvas Shoe
07 Tangerine
08 English Architecture
09 Melrose
10 Drop Out
11 Devil In My Shoe

IN BREVE: 3/5

Giornalista e critico musicale da tempo, vivo nella musica per la musica, scrivo di suoni, sogni e segni per impaginare gli sforzi di chi dai sistemi sonori e dalle alchimie delle parole ne vuole tirare fuori il ritmo vitale dell’anima.