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The Amazons – Future Dust

C’era una discreta attesa per il secondo lavoro in studio degli inglesi The Amazons, che avevano ottimamente impressionato due anni fa con il primo, omonimo album, talmente infarcito di variegati singoloni da rendere meritevole d’attenzione la band di Reading.

Attesa ripagata, perché il nuovo Future Dust non delude le aspettative, risultando il prosieguo ideale per la carriera di una band in ascesa come gli Amazons: album lineare e maturo, che rischia di diventare una delle uscite discografiche britanniche più convincenti del 2019. Lo stile lineare, dicevamo: Matthew Thomson e soci più che sul britpop si orientano su sonorità stelle e strisce, che già nel loro esordio erano risultate di gran lunga le più riuscite (come non citare la meravigliosa “Black Magic”?). L’album non a caso comincia con Mother, che insieme alla già citata “Black Magic” rischia di diventare la canzone manifesto della band: produzione pomposa, un tocco di epicità e songwriting assolutamente brillante.

Seguono poi una serie di eccellenti brani che, pur non raggiungendo le vette qualitative di Mother, riescono a brillare di luce propria, rifacendosi a importanti riferimenti musicali: è il caso di Fuzzy Tree e 25, che ci ricordano gli Arcade Fire in alcuni loro episodi rockeggianti, o Doubt It, dove l’influenza dei Queens Of The Stone Age è più che evidente. All Over Town ha un riff talmente bello che la rende commerciale e radiofonica, ma nella maniera giusta (ascoltare per credere), così come convince la graffiante Dark Visions.

Convincono meno, invece, End Of Wonder e Warning Sign, ma parlare di passi falsi sarebbe ingeneroso. In mezzo a così tante schitarrate, fa infine capolino la malinconica Georgia, splendida ballad che chiude questo “Future Dust”. Non un capolavoro, ma un album godibilissimo, dal livello medio davvero elevato, che ci consegna una band matura ma con ulteriori margini di miglioramento.

(2019, Fiction)

01 Mother
02 Fuzzy Tree
03 25
04 The Mire
05 Doubt It
06 All Over Town
07 End Of Wonder
08 Dark Visions
09 25 (Reprise)
10 Warning Sign
11 Georgia

IN BREVE: 4/5

Una malattia cronica chiamata britpop lo affligge dal lontano 1994 e non vuole guarire. Bassista fallito, ma per suonare da headliner a Glastonbury c'è tempo. Già farmacista, ha messo su la sua piccola impresa turistica. Scrive per Il Cibicida dal 2009.