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The Claypool Lennon Delirium – Monolith Of Phobos

monolithofphobosLes Claypool e Sean Lennon non sono certo due personalità che amano nascondersi dietro un dito, troppo dirompenti anche solo per provarci: in questo Monolith Of Phobos, loro esordio congiunto, c’hanno quindi messo il nome, la faccia e anche una lucida ammissione (alla voce “delirium”) che la dice lunga tanto sulla genesi quanto sul contenuto stesso del progetto.

Riguardo la genesi, vi basti sapere che i due hanno avuto un primo approccio nel backstage di un concerto dei Primus, per cui aprivano proprio i Ghost Of A Saber Tooth Tiger di Lennon, salvo poi spostarsi al Rancho Relaxo (lo studio di registrazione di Claypool) per mettere in piedi qualcosa di concreto e trasformare il delirio di una jam buttata lì per ingannare il tempo in un disco vero e proprio. Il contenuto ne è così diretta conseguenza, un groviglio parecchio ingarbugliato che risente dei rispettivi background degli artisti coinvolti.

C’è tanta, tantissima psichedelia, sugli scudi nella lunga suite Cricket And The Genie, così come un costante spirito d’improvvisazione non intaccato dalla necessaria organizzazione di un lavoro in studio. Ma c’è anche dell’altro: i Pink Floyd dell’era Barrett la fanno da padroni nella title track e in There’s No Underwear In Space, ad esempio, con quell’afflato space che tradisce un’ammirazione decisamente spiccata, la stessa nutrita per una scuola di Canterbury che si fa strada in svariati episodi fino a esplodere in Bubbles Burst. E c’è anche un nonsense imperante che rende ancor più lisergico l’effetto complessivo e che trova il suo apice nell’ironico ed eccentrico vagheggiamento di Captain Lariat.

Dei due protagonisti, a sorpresa quello meno in mostra è proprio il più esperto, Les Claypool: il leader dei Primus è, sì, padrone della ritmica (anche se nella sola Mr. Wright il suo basso prende davvero il sopravvento), ma per scelta o necessità lascia gran parte della scena a Lennon. Sean dal canto suo non si fa pregare, sfodera una performance vocale ricca di sfumature e suona tutto il resto, compresa la sei corde che è il vero valore aggiunto di “Monolith Of Phobos”.

In un colpo solo, Les Claypool si conferma ancora una volta musicista eclettico e spalancato (più che aperto) alle collaborazioni, mentre Sean Lennon riesce finalmente ad alleggerire un po’ quel macigno che è il cognome che porta, realizzando il miglior lavoro di una carriera musicale finora non particolarmente brillante.

(2016, ATO)

01 The Monolith Of Phobos
02 Cricket And The Genie (Movement I, The Delirium)
03 Cricket And The Genie (Movement II, Oratorio Di Cricket)
04 Mr. Wright
05 Boomerang Baby
06 Breath Of A Salesman
07 Captain Lariat
08 Ohmerica
09 Oxycontin Girl
10 Bubbles Burst
11 There’s No Underwear In Space

IN BREVE: 4/5