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Tony Molina – Songs From San Mateo County

Tony Molina ha scelto una sua strada ed evidentemente intende percorrerla fino in fondo: certo, questo disco è una raccolta di registrazioni inedite, specificamente risalenti al periodo compreso tra il 2009 e il 2015, una cosa che potrebbe forse bastare come giustificazione, ma in verità sembra proprio che la stessa formula già proposta e in maniera significativa nell’ultimo album (“Kill The Lights”, 2018) sia quella che egli abbia deciso di adottare come sua più congeniale.

Va detto altresì che nonostante la giovane età (a soli 35 anni ha già una produzione abbondante alle spalle), Tony Molina (due/tre pezzi risalgono ai tempi di Ovens e Violent Change) è oramai un veterano della San Francisco Bay Area, la sua scelta quindi non è evidentemente qualcosa di occasionale, ma dietro c’è una ratio specifica che affonda in parte le sue radici nella musica hardcore punk americana degli anni Ottanta e poi fino a J Mascis e i Dinosaur Jr.

Il parallelo più efficace, tuttavia, è ovviamente quello con l’infaticabile Robert Pollard e i Guided By Voices. Certo Pollard è e resta un termine di paragone impegnativo per chiunque, le sue produzioni sono impossibili da quantificare, neanche il tempo di contarle che già ne esce una nuova e ovviamente sempre efficace: l’ultimo album “Zeppelin Over China”, ad esempio, è un doppio vinile di 32 canzoni; probabilmente nessuna tra queste resterà impresa nella memoria dell’ascoltatore, eppure il disco è bello, lo puoi ascoltare mille volte e non ti stancherà mai.

Qui Tony Molina fa più o meno la stessa cosa, perché Songs From San Mateo County contiene quattordici canzoni che hanno una durata di massimo uno/due minuti. Si salta qua e là tra psichedelia jangle anni Sessanta, riff di chitarra rock’n’roll anni Settanta oppure persino anni Ottanta, roba come Thin Lizzy tanto per chiarirci, e poi ovviamente l’hardcore à la Minutemen e il power pop già richiamato di Pollard, lo stile sgangherato di J Mascis o anche quello dei Pavement. Tutto condensato in un totale di pochissimi minuti e tutto anche divertente, se vogliamo, però più che in altri casi già citati resta la perplessità sul valore assoluto e pure storico di un disco come questo che non è neanche una fotografia, perché manca pure il tempo dello scatto, ma piuttosto una raccolta di “jingle”.

Preso in questi termini è divertente, i pezzi si possono fischiettare e canticchiare e non ti invitano a comprare nessun tipo di prodotto. Se così vi basta, tanto meglio, però con tutto l’impegno del caso non riusciamo a trovarci dentro un certo genio e quello spunto che faccia la differenza, al punto da mettere questo disco e lo stesso Tony Molina nell’olimpo dei grandi del genere.

(2019, Smoking Room)

01 Intro
02 #1 Riff
03 Not The Way To Be
04 Can’t Find My Way
05 Don’t See The Point
06 I’m Not Down
07 Fallin’
08 Been Here Before
09 Word Around Town
10 Hard To Know
11 Where’d You Go
12 Separate Ways
13 Don’t See Me Now
14 Outro

IN BREVE: 1/5

Sono nato nel 1984. Internazionalista, socialista, democratico, sostenitore dei diritti civili. Ho una particolare devozione per Anton Newcombe e i Brian Jonestown Massacre. Scrivo, ho un mio progetto musicale e prima o poi finirò qualche cosa da lasciare ai posteri. Amo la fantascienza e la storia dell'evoluzione del genere umano. Tifo Inter.