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Trentemøller – Fixion

fixionIl buon Trentemøller, disco dopo disco, ha ritarato il suo progetto musicale virando sempre più dallo status di semplice produttore verso quello di rockstar in miniatura. Progetto sicuramente pretenzioso, ma per fare bene servono grandi idee. Ed in questo Fixion latitano, almeno dal punto di vista del songwriting.

Nulla da dire per quanto riguarda il suono e la produzione, ma quelli che mancano sono proprio i guizzi vincenti da spargere qua e là per trasformare un album noioso in uno più che buono. Nonostante le sonorità variegate, c’è dunque un senso di piattume e ripetitività che accompagna l’ascoltatore in questo viaggio lungo ben dodici tracce, dodici episodi dove spesso non si capisce dove il producer danese voglia andare a parare: il singolo River In Me è costruito bene ma ha una linea melodica debolissima, non va tanto meglio con l’altro estratto Redefine o con l’iniziale One Eye Open.

L’asticella della qualità si alza fortunatamente con le strumentali Phoenicia e Sinus, (inquietanti e brillanti al tempo stesso), e soprattutto con Complicated, dove il sound magistralmente prodotto dall’artista scandinavo è finalmente accompagnato da una melodia brillante.

Ma è purtroppo troppo poco per meritare un giudizio positivo: Trentemøller, parecchio bravo nel suo recente passato, ci mette coraggio e mestiere, ma frana sull’ambizione di un album introspettivo, elaborato ma riuscito sinceramente male.

(2016, In My Room)

01 One Eye Open
02 Never Fade
03 Sinus
04 River In Me
05 Phoenicia
06 Redefine
07 My Conviction
08 November
09 Spinning Circuits
10 Complicated
11 Where The Shadows Fall

IN BREVE: 2/5

Una malattia cronica chiamata britpop lo affligge dal lontano 1994 e non vuole guarire. Bassista fallito, ma per suonare da headliner a Glastonbury c'è tempo. Già farmacista, ha messo su la sua piccola impresa turistica. Scrive per Il Cibicida dal 2009.