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Twin Shadow – Caer

Se dovessimo fare un elenco di tutti gli artisti che, spinti dalla crisi di mezza età (U2, Coldplay sono forse gli esempi più lampanti) hanno subito una regressione compositiva a favore di uno stile radio friendly, non si esaurirebbe in breve tempo. Il problema, nel caso di George Lewis Jr. aka Twin Shadow è che risulta ancora troppo affrettata la scelta di passare repentinamente da un groove new wave, rivisitato in un’ottica del tutto innovativa, alla confort zone del pop.

A onor del vero, l’incidente subito da Lewis e dal resto della band nel 2015 ha avuto probabilmente un ruolo fondamentale nella composizione e nella successiva interpretazione di Caer, suo quarto album da studio. Quando il tour bus dell’artista dominicano si schiantò sul retro di un semirimorchio le conseguenze furono devastanti: il batterista Andy Bauer fu ricoverato in gravi condizioni e Lewis subì lesioni gravissime alla mano destra, diminuite solo in seguito a diversi cicli di chirurgia ricostruttiva. Potrebbe trattarsi dunque di un temporaneo calo creativo o del cambiamento del suono dovuto alla sostituzione dei piatti di Bauer con campioni di drum machine, anche se i numeri di “Eclipse” nel 2015 parlavano chiaro: le magie di Twin Shadow potevano essere un brillant disguise.

“Caer” ha i suoi momenti puliti e accattivanti, ma facendo un bilancio con tracce alla mano sono più i pezzi discutibili che quelli persuasivi. Tra quest’ultimi, la opening track e Saturday, probabilmente il suo pezzo migliore post firma con la Warner, che grazie anche ai cori delle HAIM, riesce a spiccare il volo. Sympathy, nonostante l’intervento di Rainsford, segna il momento in cui l’album si perde nei meandri delle armonie zuccherate del pop. When You Where Young sconfina pericolosamente in territorio edsheeriano e immediatamente dopo Little Things ammicca alle sonorità di Beoyncé. Little Woman grida vendetta per essere stata trasformata da potenziale favola dark a ballata insipida con autotune disneyano.

Arrivati agli ultimi dieci minuti, Runaway e Bombs Away, di sicuro meno insipide della parte centrale del disco, si è troppo annoiati e assuefatti alle sonorità ripetitive dell’album per poterle apprezzare. “Caer” è un contenitore traboccante di un r’n’b non abbastanza sexy e un pop troppo banale. Ad oggi, lo sbaglio più grande in cui sta cadendo Twin Shadow è quello di cedere alla tentazione di voler diventare una popstar.

(2018, Warner / Reprise)

01 Brace (feat. Rainsford)
02 Saturdays (feat. HAIM)
03 Sympathy (feat. Rainsford)
04 18 Years
05 Little Woman
06 When You’re Wrong
07 Twins Theme (Interlude)
08 Littlest Things
09 Too Many Colors
10 Rust (Interlude)
11 Obvious People
12 Runaway
13 Bombs Away (RLP)

IN BREVE: 2/5

Catanese, studi apparentemente molto poco creativi (la Giurisprudenza in realtà dà molto spazio alla fantasia e all'invenzione). Musicopatica per passione, purtroppo non ha ereditato l'eleganza sonora del fratello musicista; in compenso pianifica scelte di vita indossando gli auricolari.