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Two Sheds – Assembling

assemblingCaitlin e Johnny Gutenberger – californiani purosangue e in arte Two Sheds – licenziano il nuovo disco per la Crossbilly Records, Assembling, un insieme di composizioni cantautorali dal sapore indie-folk che costringono ad azzerare qualsiasi fonte di stress che una giornata qualsiasi potrebbe affliggerci, una bulimia di tracce (14) che ci fanno riscoprire altre luci d’ascolto e altrettanti frammenti di passione sognante.

La voce di Caitlin è straordinaria, fluttuante e ondifraga, il resto è un carezzevole bandolo di chitarre elettriche educate, atmosfere leggermente psichedeliche tanto da ricordare i Mazzy Star o Liz Phair o più integralmente gli anni ‘90 delle disillusioni e dei vaghi contorni della solitudine collettiva, quella parte di America loner che tanto ha riportato agli ascolti di mezzo mondo.

Disco di immagini, polvere dorata di ricordi indietro, quattordici battute di cuore che i due Gutenberger insieme a Phil Krohnenegold alla seconda chitarra, Tess Shapiro a cori e percussioni e Josh Barnhart a batteria e percussioni spalmano – senza tante esaltazioni – lungo la verticale della list e l’ascoltatore non farà altro che assorbirne le fragranze delicatissime.

L’America dei grandi spazi in It’s Okay e Gone, lo slow nebbioso di The Feel, la slogatura blues di Nighttime o la botta di vita distorta e amplificata della title track, rappresentano al meglio quello che traffica dentro il disco, una piacevolezza lucente senza la luce dei riflettori.

(2015, Crossbill)

01 Come Home
02 I Am My Own
03 It’s Okay
04 Choose
05 The Feel
06 In The Beginning
07 You Get To Me
08 Nighttime
09 Bully
10 Assembling
11 Heavy
12 Gone
13 Get It Out
14 When You Left

IN BREVE: 4/5

Giornalista e critico musicale da tempo, vivo nella musica per la musica, scrivo di suoni, sogni e segni per impaginare gli sforzi di chi dai sistemi sonori e dalle alchimie delle parole ne vuole tirare fuori il ritmo vitale dell’anima.