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Vic Mensa – The Autobiography

Cresciuto artisticamente con Chance The Rapper, Vic Mensa ha in comune con lui anche la provenienza dalla stessa città, il famoso e violento SouthSide di Chicago è stato più volte oggetto per entrambi di campagne e azioni volte a migliorare la condizione di una delle metropoli in cui avvengono più omicidi negli States. Città in cui le persone hanno occasione di rincontrarsi ai funerali (“The other day I saw your sister bro / Sad it had to be at another funeral”, da Rolling Like A Stoner)

Al contrario di Chance, però, Mensa ha deciso di non essere indipendente, ma ha accettato ben volentieri la proposta di Jay Z e NO I.D (produttore dell’album) entrando nella Def Jam. Già il precedente “There’s A Lot Going On” (2016) era un flusso di coscienza, scritto con l’intenzione di parlare apertamente in prima persona delle sue dipendenze da droga ed alcol.

L’obiettivo di The Autobiography è quello di essere la condivisione di un diario segreto scritto da Mensa durante la sua vita. Dipendenze (”I got a problem, nobody knows”) che lo hanno portato più volte a tentare il suicidio, descrizioni di giorni passati da solo in una stanza di hotel con una bottiglia di Henny e una pistola. Ogni giorno in più vissuto sulla terra diventa quindi una benedizione (“This feel like a rebirth, another day on this green Earth / I couldn’t ask for much more man, shit could be worse”, da Say I Didn’t).

In questo diario rivela molto, oltre che su di sé, sulla sua famiglia, sul fatto che la scuola non abbia mai saputo gestire il suo talento, tanto da farlo aderire ad un programma di sostegno, sul razzismo da parte della polizia (“At age 12 I learned the difference between white and black / Police pulled me off of my bike, I landed on my back / Back to reality, oops, a victim of gravity”).

Anche le relazioni sono qualcosa che a causa delle dipendenze non ha mai saputo gestire al meglio: il fatto di essersi reso conto di non essere abbastanza forte da rinunciare alle tentazioni di altre donne o la donna intesa come droga, la non capacità di ripulirsi (“Tried to be sober, that didn’t work for me”).

“The Autobiography” è massiccio, per gli episodi che vengono narrati sembra scritto da un uomo con molti più anni d’esperienza, Vic Mensa però ha solo 24 anni e ciò traspare dall’ingenuità e la fretta che mette nell’album. La vita di un quarantenne imprigionata nell’animo di un ventenne che ancora deve crescere.

(2017, Roc Nation / Def Jam)

01 Say I Didn’t
02 Memories On 47th St.
03 Rollin’ Like A Stoner
04 Homewrecker (feat. Weezer)
05 Gorgeous (feat. Syd)
06 Heaven On Earth (feat. The Dream)
07 Card Cracker – Skit
08 Down 4 Some Ignorance (Ghetto Lullaby) (feat. Chief Keef & Joey Purp)
09 Coffee & Cigarettes
10 Wings (feat. Pharrell Williams & Saul Williams)
11 Heaven On Earth – Reprise
12 The Fire Next Time
13 We Could Be Free (feat. Ty Dolla $ign)
14 Rage
15 OMG (feat. Pusha T)

IN BREVE: 3/5

Consulente ed ingegnere, ma prima ancora “music addicted”. Da sempre con sottofondo musicale a far da colonna sonora della mia vita.