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White Lies – Five

Arrivati al quinto lavoro in studio in undici anni di onorata carriera, gli inglesi White Lies non hanno mai impresso chissà quale rivoluzione stilistica alla loro musica. Due ottimi lavori iniziali in tonalità dark wave (“To Lose My Life” del 2009 e Ritual del 2011) un eccellente concept album (“Big TV” del 2013) e un mezzo passo falso (“Friends” del 2017), dove a mancare non era stato tanto il coraggio (svolta soft in chiave synthpop) quanto la qualità media delle composizioni.

Il tiro viene riaggiustato con quest’ultimo Five, che ascrive il lavoro precedente alla categoria dei meri incidente di percorso. I White Lies sono qui meno oscuri e più pop, circostanza che si evince dall’eccellente trittico centrale composto da Finish Line, Kick Me e Tokyo, tutti brani impreziositi da un songwriting sempre convincente. C’è poi un altro terzetto di tracce nelle quali Harry McVeigh e soci strizzano furbescamente l’occhio ai primi due riusciti lavori della loro discografia: bene Never Alone e Believe It, benissimo la straordinaria Denial che è il vero diamante dell’album, un brano dove tutto (dalla strofa al ritornello, passando persino per lo sguaiato assolo di chitarra) viaggia a pieni giri.

C’è pure spazio per qualche mezzo passaggio a vuoto (curiosamente piazzati a capo e coda del disco, ovvero l’apertura affidata alla fin troppo pretenziosa Time To Give e l’inutile passaggio conclusivo con Fire To Wings), ma il giudizio complessivo non può che essere ampiamente positivo.

(2019, PIAS)

01 Time To Give
02 Never Alone
03 Finish Line
04 Kick Me
05 Tokyo
06 Jo?
07 Denial
08 Believe It
09 Fire And Wings

IN BREVE: 3,5/5

Una malattia cronica chiamata britpop lo affligge dal lontano 1994 e non vuole guarire. Bassista fallito, ma per suonare da headliner a Glastonbury c'è tempo. Già farmacista, ha messo su la sua piccola impresa turistica. Scrive per Il Cibicida dal 2009.