Home RECENSIONI Wilco – The Whole Love

Wilco – The Whole Love

Esiste un’equazione matematica per la buona musica? Non di certo. E menomale aggiungiamo. Scrivere la “canzone perfetta”, con l’incastro ideale, la sequenza talmente quadrata da sembrare venuta fuori da qualche libro, è assurdo. Perché? Perché la musica è giusto che nasca dispari, senza il taglio netto di una pressa. Istintiva. Ci sono però delle eccezioni. Una di queste è rappresentata dai Wilco. Ecco, loro scrivono musica perfetta senza progettarla. E’ perfetta perché lo diventa nella pancia e nel cuore di chi ascolta. Ed è molto diverso non credete? Emotive, lontane, agrodolci, fascinose, le canzoni della band di Jeff Tweedy sono perle dalla schiena perfettamente levigata, canzoni come preziosi, monili colorati. A cuore aperto. Proprio come quelle che popolano il nuovo disco della band di Chicago The Whole Love. Un disco tutto da godere, di pacificazione con se stessi e con il mondo. I Wilco lo sanno e fanno gocciolare l’acquolina in bocca dei fan, concedendo il disco per 24 ore in streaming gratuito sul loro sito. L’effetto? Fame, fame e ancora fame. Musica come miele dolcissimo da cui dipendere. Chiariamolo subito però: non c’è molto di nuovo dalle parti di Chicago, le canzoni dei Wilco galleggiano sopra un lago di rock corposo e denso, navigato da una strumentazione elaborata, ma rassicurante e da storie che sono quelle che riguardano tutti: quelle legate ai sentimenti più vari, dall’euforia (Whole Love) al languore (Black Moon). La band però è capace di restare lassù, in alto, anche con questo ricorso al copione classico. Certo è che Art Of Almost, in realtà, li mostra in una veste un po’ inedita: i disturbi iniziali, il crepitio elettronico, il tono minaccioso dei violini sembra attendere l’ingresso alla voce di Thom Yorke e non di Tweedy, ma poi ecco I Might per portare tutti i tasselli al loro posto. I Wilco, insomma, sono ciò che serve al rock americano per non perdere del tutto l’aderenza con un passato glorioso. Sono gli ultimi templari di un gusto a stelle strisce che viaggia al tramonto, cerca il sogno nel riflesso del vetro di un fast food, si rivede nei sorrisi di una vecchia fotografia, ci crede profondamente nella fuga, nelle autostrade, nel destino e, sì, nell’amore, più profondo.

(2011, dBpm)

01 Art Of Almost
02 I Might
03 Sunloathe
04 Dawned On Me
05 Black Moon
06 Born Alone
07 Open Mind
08 Capitol City
09 Standing O
10 Rising Red Lung
11 Whole Love
12 One Sunday Morning (Song For Jane Smiley’s Boyfriend)

A cura di Riccardo Marra