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Wolf Alice – My Love Is Cool

myloveiscoolNei due EP che hanno preceduto questo loro esordio sulla lunga distanza, “Blush” (2013) e “Creature Songs” (2014), i londinesi Wolf Alice dimostravano di aver abilmente assorbito insegnamenti fra i più disparati, mutuati da alcune delle migliori esperienze espresse in modo particolare negli anni ’90, ma pure un po’ più in là nel tempo. Risultava anche evidente, però, di come i quattro avessero un immediato bisogno di incanalarsi in un’unica direzione, in modo da non disperdere nell’urgenza di esprimersi il proprio slancio compositivo.

E sarebbe stato meglio che ciò fosse accaduto prima della pubblicazione di My Love Is Cool, un debutto che in pratica ripercorre le tracce dei due EP, tanto nel bene quanto nel male, saltando senza troppa logica fra un perno e l’altro della formazione della band e perdendo irrimediabilmente ogni possibile contatto con una dimensione propria. Troppe, davvero troppe in questo disco le linee che partono per la tangente senza che nessuna riesca mai ad addentrarsi fino al cuore dello stesso.

L’album è fatto di tanti episodi a sé stanti: l’incedere hip hop su base di synth di Silk, le atmosfere trasognate di Turn To Dust e Freazy, le divagazioni shoegaze di Bros, il pop di Soapy Water in cui Ellie Rowsell si atteggia come se Lana Del Rey fosse improvvisamente voce dei Beach House, la struttura nirvaniana di Fluffy, sono le parti che saltano prima all’orecchio di un lavoro inzuppato nelle derivazioni fino a marcirci in quelle derivazioni.

Le chitarre scroscianti messe in mostra negli EP ci sono ancora ma decisamente attenuate e sempre poco inquadrabili, vedi i finali di You’re A Germ e Swallowtail e qualche altro momento sparso (Lisbon). Ma in generale i brani suonano meno graffianti del recente passato, il che condanna l’album a una ulteriore apertura, stavolta verso scenari più “puliti”, come se non bastassero i mille input già lanciati dai Wolf Alice. Il risultato è che senza un’inquadratura, una presa di posizione di genere, i quattro rischieranno davvero di compromettere un’innegabile qualità di fondo. Rimandati.

(2015, Dirty Hit)

01 Turn To Dust
02 Bros
03 Your Loves Whore
04 You’re A Germ
05 Lisbon
06 Silk
07 Freazy
08 Giant Peach
09 Swallowtail
10 Soapy Water
11 Fluffy
12 The Wonderwhy (Hidden Track)

IN BREVE: 2,5/5