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New Adventures In Hi-Fi: il viaggio on the road degli R.E.M. attraverso gli U.S.A.

L’1 Marzo del 1995 rappresentò per gli R.E.M. un vero e fondamentale turning point della loro storia: Bill Berry collassa sul palco dell’Auditorium Patinoire di Losanna, in Svizzera, colpito da un aneurisma cerebrale. L’operazione cui viene sottoposto d’urgenza gli salva letteralmente la vita, consentendogli di non riportare alcuna significativa conseguenza. Berry avrebbe potuto non farcela, magari subire danni cerebrali che non gli avrebbero più consentito di stare dietro a una batteria: in entrambi i casi sarebbe stata la parola fine per la band, visto che i quattro avevano sempre dichiarato come la sopravvenuta “assenza” di uno solo di loro avrebbe avuto lo scioglimento come unico possibile sbocco.

Il destino, la solerzia dei medici o semplicemente la fortuna vollero invece che Berry si rimettesse in tempi relativamente brevi, consentendo agli R.E.M. di portare a termine il tour promozionale di “Monster” (1994). In tutto ciò, anche Mike Mills e Michael Stipe avevano dovuto affrontare malanni più o meno fastidiosi, arrivando così al culmine della stanchezza psicofisica per una band che non si fermava da anni, mesi e mesi vissuti in tour, in studio di registrazione e poi ancora in tour e in promozione, mesi, anni che avrebbero distrutto chiunque. Sulla scia della ripresa del tour, Stipe e soci decidono però di rimettersi subito a lavorare a nuova musica, sebbene in maniera diversa rispetto al passato, provando a subire meno la pressione dei lunghi periodi chiusi fra quattro mura a incidere. Il nuovo disco sarebbe stato costruito on the road, registrato in giro per gli Stati Uniti tra uno stacco e l’altro.

Vuoi per l’approccio creativo, vuoi per il bisogno di evasione fisica e mentale dei quattro, New Adventures In Hi-Fi (titolo che gioca ironicamente sulla realizzazione tutt’altro che hi-fi del disco) viene su come un viaggio, un lungo attraversamento degli States da Est a Ovest e ritorno, pieno zeppo di istantanee (anche in senso letterale, come quella finita sulla copertina dell’album, opera dello stesso Stipe durante uno spostamento in bus) e racconti cristallizzati in quattordici tracce per poco più di un’ora di durata, che partono dal dettaglio per arrivare all’universale o viceversa, a seconda del punto di vista di Stipe. L’iniziale How The West Was Won And Where It Got Us, ad esempio, nasconde nelle sue trame ipnotiche il parallelismo tra il declino del sogno americano e quello del percorso di vita di un uomo.

“New Adventures In Hi-Fi” è un disco profondamente vario, che racchiude in sé tutte le anime di una band giunta ormai al proprio decimo sigillo discografico e che ha ormai poco da dimostrare sotto ogni punto di vista. Del rock dirompente del precedente “Monster” si trovano tracce nell’allucinata The Wake-Up Bomb, con la sporcizia Lo-Fi che incontra i lustrini glam con cui Stipe ha sempre flirtato, così come nel riffoso − nel senso di litigioso ma anche di pieno di riff − singolo Bittersweet Me, in Departure o in So Fast, So Numb, mentre le mai sopite vene country dell’era I.R.S. Records tornano in New Test Leper ma declinate in una chiave decisamente meno acustica e più contemporanea. Infine Leave, il pezzo più lungo della produzione degli R.E.M. coi suoi sette minuti e passa, un rock abrasivo e molesto, una sirena che allarma in sottofondo e una marea di elettronica disturbante.

Ma è quando gli R.E.M. fanno rientro nella comfort zone delle ballate agrodolci che il disco tocca picchi assoluti nella discografia della band: il singolo E-Bow The Letter spacca letteralmente l’album, un disincantato e meraviglioso botta e risposta tra la voce biascicata di Stipe e quella estatica dell’amica Patti Smith; poi il crescendo elettrico di Be Mine e la conclusiva Electrolite, che incastra alla perfezione pianoforte e banjo e riporta il viaggio rurale degli R.E.M. dalle parti di Los Angeles, con le sue luci accecanti. Il viaggio, s’è detto: Undertow, Binky The Doormat, Low Desert e Zither fanno da colonna sonora alle più classiche delle ambientazioni stars and stripes, le highway a otto corsie dritte fino all’orizzonte e oltre, il deserto che si staglia nella sua rasa imponenza e poi giù fino al languido incedere di un fiume (scenario ricorrente nelle liriche di Stipe).

Nonostante avesse brillantemente superato il grave problema di salute, portando a termine il tour di “Monster” e incidendo con gli amici di una vita anche “New Adventures In Hi-Fi”, Bill Berry decise di lì a poco di lasciare comunque gli R.E.M. per ritirarsi a vita privata ed evitare così lo stress del lavoro con la band. Michael Stipe, Peter Buck e Mike Mills non posero però fine al loro percorso, come in tanti temevano, decidendo invece di continuare in trio ed entrare così nella terza e ultima fase della loro avventura discografica congiunta.