Nell’Aprile del 1983 gli U2 avevano appena pubblicato “War” e quel singolo devastante che fu “Sunday Bloody Sunday”, mentre Michael Jackson aveva da poco sconquassato le classifiche con “Thriller”. Gli R.E.M. invece avevano alle spalle un singolo come Radio Free Europe, che li aveva resi delle piccole leggende nell’ambiente dei college, e un EP, “Chronic Town”, che aveva avuto una risposta discreta al punto da convincerli a proseguire sulla strada della musica “originale”. Fortunatamente, perché Murmur sarà il primo vero passo della discografia eccezionale di una band che avrebbe riscritto la storia dell’indipendente americano. Gli R.E.M. e “Murmur” furono un ponte immaginario: fra passato e presente, con le radici americane fatte di classic rock, country e folk che incontravano il post punk e colossi malati come i Velvet Underground. Ma anche fra indipendente e mainstream, grazie a una vena pop che riuscì a elevare l’alternative a un grado di fruibilità mai raggiunto prima da altri. Il basso di Mike Mills, che nel 1983 deve molto, moltissimo alla new wave, è il protagonista assoluto, così come lo sono le lyrics di Michael Stipe, criptiche, misteriose, a tratti nonsense e anche per questo tremendamente fascinose. Da qui in poi la cavalcata degli R.E.M. non avrà per almeno due decenni rivali in fatto di vendite e consensi, ma è il manifesto scritto con “Murmur” che segnerà in modo indelebile la produzione e l’approccio della band per l’intera carriera.
DATA D’USCITA: 12 Aprile 1983
ETICHETTA:Â I.R.S.