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Suede: 25 anni del self titled

Inseriti spesso e volentieri nel calderone britpop insieme a Oasis, Blur, Pulp, The Verve e via discorrendo, i Suede hanno rappresentato piuttosto il ponte ideale tra il glam del David Bowie targato ’70 e la scena brit dei ’90, passando per quella devastata degli ’80 che aveva avuto negli Smiths la sua più emblematica rappresentazione. L’omonimo esordio della band è un crack come non se ne vedevano da tempo in UK: una manciata di singoli schizzati rapidamente in alto nelle classifiche e un frontman, Brett Anderson, che è un anti-rockstar impupato, incamiciato, raffinato nel porgersi e soprattutto molto, molto romantico, quel romanticismo decadente che incrocia la propria essenza con droghe varie ed eventuali e una disillusione sempre sul punto di esplodere. Le ballad del disco, l’acidità della chitarra di Bernard Butler e un ambiente perso nella spasmodica ricerca dei nuovi alfieri della scena alternative britannica decreteranno il successo dirompente dell’album, che farà guadagnare ai Suede anche un prestigioso riconoscimento come il Mercury Prize di quell’anno.

DATA D’USCITA: 29 Marzo 1993
ETICHETTA: Nude

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