Home INTERVISTE Faust – “I terroristi dell’art-rock”

Faust – “I terroristi dell’art-rock”

Luglio 2007: Scrivere dei Faust oggi è come parlare, in assoluto, di uno dei più complessi segmenti della storia del rock. Quello della fine degli anni ’60, dell’avanguardia, della sperimentazione, del mondo che cambiava e dell’espressione artistica (pittorica, cinematografica o musicale che sia) che spostava, ogni giorno, i confini più in là. Il kraut-rock, in Germania, era tutto ciò: prendere la materia rock e lavorarla sempre con nuovi materiali: psichedelica, elettronica, folk cibernetico, progressive, letteratura. Band come Neu!, Kraftwerk, Can e, appunto, i Faust di Jean-Hervé Peròn e Werner “Zappi” Diermaier suonarono il caos metropolitano ed esistenziale. Commentarono le fobie e le distruzione delle illusioni generazionali. Peròn e Diermaier dal 1997, poi, hanno trascinato dentro al progetto Faust, per rinvigorirlo, due musicisti come Amaury Cambuzat e Olivier Manchion (Ulan Bator). Con loro gli ultimi tour e la lavorazione di materiale inedito. In occasione dell’uscita di “Disconnected” e del Festival d’Avanguardia di Schiphorst, organizzato da Peròn, abbiamo intervistato il folle bassista che, con la solita stravaganza, ha risposto alle domande de Il Cibicida.

Domanda: Jean-Hervé, parlaci della prossima edizione del “Avantgarde Festival Schiphorst” organizzato da te…
Jean-Hervé: Il festival avrà luogo il 27/29 Luglio nella nostra fattoria. L’ambiente è intimo dato che gli artisti sono sempre presenti durante la manifestazione e si mischiano costantemente al pubblico. La maggior parte di loro sono amici o amici di amici. Vengono per condividere la loro musica, non per guadagnarci qualcosa. Infatti alcuni si esibiscono gratis! Sanno che all’Avantgarde Festival hanno la possibilità di presentare i loro nuovi progetti, di sperimentare liberamente, anche se è un qualcosa di molto diverso da quello che ci si immagina di solito… il pubblico è il migliore di sempre! Gli spettatori sono molto rispettosi della musica e rimangono sempre in silenzio quando gli artisti si esibiscono. Cos’altro dovrei dire? Io e mia moglie Carina abbiamo provato a creare un’atmosfera da “cure amorevoli” assieme ad una efficiente professionalità… finora ha funzionato… Quest’anno abbiamo l’onore di ospitare Eugene Chadbourne e Jimmy Carl Black, Damo Suzuki… oh e tanti altri, per favore visitate il sito www.avantgardefestival.de, sarà più semplice e venite al festival!

Domanda: Dacci un’opinione sulla scena d’avanguardia europea degli ultimi anni…
Jean-Hervé: Mi dispiace ma non sono la persona adatta per rispondere a questa domanda. Avanguardia è una parola il cui significato cambia spesso. La scena “avantgarde”, quella reale, non è conosciuta, questa è la ragione per cui è una vera avanguardia. Io stesso, lo dico senza problemi, non ho la minima idea di cosa sia realmente l’avanguardia, di cosa si può definire “in anticipo sui tempi”… Mi capita di incontrare persone che fanno musica o arte strane cose. Sono avanguardisti? Non lo so. Ho scelto il nome “Avantgarde Festival” perchè volevo essere sicuro che venissero solo le persone pronte a sentire QUALSIASI tipo di musica, purché siano anche sincere. La parola “avanguardia” spaventa la maggior parte della gente.

Domanda: Il prossimo album: “C’est com… com… compliqué”… novità, differenze, umori?
Jean-Hervé: Innanzitutto, il prossimo album sarà “Disconnected”: una collaborazione tra i Faust/Nurse e i Wound. Sarà distribuito su cd e vinile al festival assieme ad un mini cd in regalo. L’idea originale di “C’est com… com… compliqué” era quella di dare il materiale delle registrazioni fatte nel Giugno 2006 a due diversi produttori e far uscire un doppio cd con i risultati di queste. Beh, non abbiamo trovato delle etichette che fossero disposte a finanziare questo progetto, così ho deciso io stesso di pubblicare con l’etichetta Faust un progetto simile: ART-ERRORIST, con l’aiuto di Steve Pittis della Dirter Promotions e di mia moglie Carina Varain. Eravamo così soddisfatti del lavoro di Steven Stapleton e Colin Potter che abbiamo deciso di andare oltre e pubblicare “Disconnected”! Vi piacerà. Una canzone in mp3 si può trovare sul sito www.art-errorist.de.

Domanda: Quanto sono cambiati i Faust negli anni, soprattutto in materia di approccio musicale?
Jean-Hervé: Non è cambiato nulla nell’approccio musicale: io penso e mi comporto così come facevo nel 1997… è solo che ora, con i nuovi musicisti dei Faust, ci si presentano molte più possibilità. Non ci sono più vibrazioni negative. Ci rispettiamo e supportiamo a vicenda. Tutti lavoriamo sodo se c’è bisogno. Sul palco, siamo tutti parte attiva/creativa dell’esibizione. Siamo aperti a qualsiasi consiglio provenga da qualsiasi membro del gruppo. Siamo pronti a riascoltare un pezzo se c’è bisogno, pronti ad improvvisare se vogliamo etc. Quanto è migliore la comunicazione, tanto più la musica sarà gioiosa. Vedo che il pubblico nota questo cambiamento e reagisce: sempre più giovani, sempre più enormi sorrisi, la gente che balla… insomma più divertimento!

Domanda: Kraut-rock: cosa rimane di quel periodo d’oro?
Jean-Hervé: Non molto. I musicisti sono ovviamente invecchiati e molti si sono ritirati. Qualcuno è diventato “mentalmente pigro” o si è creato una situazione più “confortevole”… Comunque, l’espressione “kraut-rock” ormai non significa più niente! La stampa e i media ne hanno fatto abuso e hanno frainteso il suo meraviglioso/divertente significato. Oggi, è classificata come kraut-rock solo quella merda suonata dai gruppi tedeschi… è disgustoso.

Domanda: Cosa successe in Germania perché si generasse quel fenomeno?
Jean-Hervé: In realtà è successo dovunque, ma semplicemente si è cristallizzato in Germania. E’ il contesto socio-politico che richiedeva un altro modo di espressione… in quel periodo è stata la rivoluzione studentesca francese del ’68 che ha innescato la miscela esplosiva di tensioni in tutto il mondo… allora l’arte era l’espressione apolitica di queste tensioni, di questa ricerca di nuove soluzioni, in Germania e dappertutto. In Germania ci fu una testimonianza sistematica… perché? Non lo so.

Domanda: Ha senso usare il termine rock per spiegare la vostra musica?
Jean-Hervé: Sì, per me è fondamentale. Io voglio fare rock, ma attenzione! Per me non ha lo stesso significato che probabilmente state pensando voi: “rock” è ciò che una mamma fa col suo bambino, “rock” è l’eterno movimento delle pietre sulla riva, “rock” è ciò che si prova quando si balla sotto una pioggia battente: sì, voglio che la nostra musica sia “rock”.

Domanda: Cos’è il rumore per te?
Jean-Hervé: Non lo so. Ho la tendenza a pensare che il “rumore” non esista. Ovunque e sempre c’è “suono”. Sono consapevole del fatto che esista un genere musicale chiamato “noise”… non so cosa significhi realmente… non mi importa poi tanto nemmeno di sapere cosa significhino esattamente le parole perché nessuno può fissare nessuna definizione e nessuno conosce nessuno. La comunicazione attraverso le parole è impossibile.

Domanda: Trenta anni insieme… tu e Zappi. Parlaci della vostra amicizia…
Jean-Hervé: Blu!

Domanda: Ascolti oggi album come “Faust”, “Faust IV” e pensi: come diavolo abbiamo fatto?
Jean-Hervé: Sì lo faccio e hai pienamente ragione: mi chiedo: “come abbiamo fatto? Perché l’abbiamo fatto?”. La risposta è sempre “era così naturale, così necessario, allora eravamo amici e dovevamo fare musica assieme per aiutarci a vicenda ad esprimere le nostre emozioni intime”. Sì, era naturale.

Domanda: Parlaci della relazione tra i Faust ed il duo Cambuzat/Manchion degli Ulan Bator…
Jean-Hervé: Suppongo che fossimo fratelli nell’anima. Naturalmente loro sono molto più giovani, ma abbiamo la stessa attitudine verso la musica. Ora, Olivier Manchion sta creando una famiglia e questo è bellissimo, Amaury sta apparentemente seguendo un nuovo percorso e ci ha improvvisamente lasciato senza ulteriori spiegazioni… Quindi siamo tornati al duo io e Zappi. Batteria e basso!

Domanda: Hai ascoltato qualche album uscito nel 2007? Cosa ti è piaciuto?
Jean-Hervé: Ascolto musica molto raramente. Mi dispiace deludervi.

Domanda: Domanda di rito: se ti dico Cibicida cosa ti viene in mente?
Jean-Hervé: Non dimenticate che sono francese… ma ok, direi che “cibicida” mmmmm?? Err… err… mmmm… err… err?? No, mi dispiace, non mi viene in mente nulla! Nessuna associazione spontanea. Non so come si pronuncia e se lo pronuncio alla francese… mmmm?? Err… err? Mmmm?? No, nulla! Scusate di nuovo… cyber city?? Cibabcici? No, scusate, niente. Grazie per il vostro interesse per la nostra musica. Venite e sostenete l’avanguardia al festival. E comunque, godetevi la vita, respirate regolarmente, andate di corpo e siate sciolti ma risoluti.

* Foto d’archivio

A cura di Riccardo Marra