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Offlaga Disco Pax : Racconti socialisti di Emilia Paranoica

26 Maggio 2005: In occasione della tappa catanese del loro minitour siciliano, lo staff de Il Cibicida ha incontrato il gruppo italiano più “citato” del momento: gli Offlaga Disco Pax. A pochi minuti dalla loro esibizione Enrico Fontanelli, Daniele Carretti e Max Collini ci hanno parlato dell’album “Socialismo tascabile (Prove tecniche di tramissione)” e di un successo tutt’altro che annunciato.

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Ormai gli Offlaga Disco Pax sono sulla bocca di tutti… come ve lo spiegate?
E: È tutto molto allucinante. Noi siamo partiti per scherzo, ovviamente si intende detto tra virgolette, se c’è da fare sul serio lo facciamo, ma per noi all’inizio l’importante era divertirsi. Adesso facciamo un po’ di fatica a rendercene conto e noi, nel nostro piccolo, siamo davvero sorpresissimi. Per quanto riguarda l’album, sapevamo in parte che stavamo buttando fuori, sia per una questione di parlato e di testi, sia per la musica, un qualcosa che l’Italia non era abituata a sentire, anche se io ero preoccupato dell’inverso, ovvero di realizzare un lavoro che a prescindere dal filo conduttore risultasse musicalmente disgregato. Alla fine, invece, sono arrivati pareri opposti (sorride, ndr).

Dalla maggior parte delle recensioni del vostro disco, tra cui la nostra, si evincono due dati importanti: il riferimento ai Massimo Volume e l’influenza sonora marcatamente new wave… la trilogia dark dei Cure, i Joy Division…
D: …i Cocteau Twins (ribatte divertito, ndr).
E: Adoriamo i gruppi citati, assolutamente, anche se resta il fatto che ascoltiamo di tutto.

Entrambi provenite da progetti diversi, quand’è che avete deciso di formare gli ODP?
D: Io tuttora ho un altro gruppo e cantiamo in inglese, anche lui (Enrico, ndr) ne aveva uno. L’idea di formare gli Offlaga ci venne in mente in occasione di un concorso a Reggio, aperto solo a band che cantavano in italiano. Né io né lui lo facevamo, quindi visto che Max ci mandava da anni i suoi racconti decidemmo che si poteva provare in questo modo.

C’è un divario generazionale decennale tra voi e Max, come lo vivete?
E: A livello di cultura politica lo avvertiamo tantissimo. Lui è cresciuto in un periodo completamente diverso, politicamente più stimolante e coinvolgente.
D: C’è da dire che per noi fare politica in determinati momenti era anche fare il volontario nei circoli Arci, mentre per Max era diverso, magari si trattava di organizzare concerti o altro.

Mentre continuiamo a discutere animatamente di politica e musica, di comunismo in Italia e di alternativi (ci scappa anche la domanda sul “bip” di “Tono Metallico Standard”, che i tre sono ormai decisi a togliere), ecco arrivare Max Collini che è stato finalmente sostituito da altri al banchetto del merchandising.

“Socialismo Tascabile” sta ad indicare la diffusione “bignami” del pensiero socialista o è semplicemente un discorso di suono?
M: È una domanda inquietante! “Socialismo Tascabile” è una definizione meravigliosa, l’abbiamo rubata ad un nostro amico, Arturo Bertoldi, che è anche l’autore di “Cinnamon”. Credo che l’unione di questi due termini sia spettacolare: da una parte un concetto epocale come il socialismo, che ha segnato centocinquanta anni di storia, dall’altra parte, invece, uno moderno che non centra molto. Quindi l’aspetto minimale che incontra quello ideologico. Evitando qualsiasi aspetto pedagogico, il nostro resta pur sempre un disco di storie e non di storia.

L’Emilia dei CCCP era “paranoica”, due decenni più tardi com’è la vostra?
M: L’Emilia è cambiata molto, né bene né male, l’ideologia non è più quella di prima, per cui restano molti ricordi. Da questo punto di vista c’è una qualche tentazione nostalgica che cerchiamo di tenere un po’ sotto controllo, vale per la musica quanto per l’immaginario.

Che ci dici dell’accostamento ai Massimo Volume?
M: L’unica cosa che accomuna noi ai Massimo Volume è, a mio avviso, il fatto che c’è uno che parla invece che cantare. Loro erano un gruppo radicale, estremo, lontano da qualsiasi approccio ironico. Erano massimalisti, noi, invece, siamo minimalisti. E poi come si può paragonare Emidio Clementi ad uno come me? Emidio ha un talento pazzesco, uno dei migliori artisti in Italia, non è una questione di modestia, ma di accettare i propri limiti.

Gli Aidoru, il gruppo spalla, stanno per ultimare la loro esibizione. Max si intrattiene ancora con noi: il PCI, Berlinguer, internet e il feticismo per i CD (“preferisco comprarne uno al mese che scaricarne cinquanta alla volta”), gli argomenti non mancano ma il tempo è sempre tiranno. Gli Offlaga Disco Pax ci ringraziano. Ed il piacere è tutto nostro.

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