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Tre Allegri Ragazzi Morti – “Mio fratellino ha scoperto il rock ‘n’ roll”

Febbraio 2007: “Noi siamo dei fumetti animati”, in questa maniera “l’allegro ragazzo morto” (così si firma anche nelle e-mail) Enrico Molteni descrive i suoi Tre Allegri Ragazzi Morti, e ci racconta della nuova uscita discografica “La Seconda Rivoluzione Sessuale”. Un disco secco, diretto ed ispirato, che riporta sulle scene il più beffardo dei gruppi rock nostrani, quello che va sul palco mascherato. Se Davide Toffolo è l’anima lirica (ed iconografica), il bassista Enrico è certamente l’artefice del suono dei TARM e della svolta meno punk e più rock di un album ricco di diversi spunti, ma anche di grande divertimento. Il Cibicida intervista i Tre Allegri Ragazzi Morti: a quale regista potremmo vendere l’assurdo titolo di questa intervista? Prego, l’asta è aperta…

Domanda: Partiamo con una domanda preliminare: “La Seconda Rivoluzione Sessuale” è un concept sulle trasformazioni culturali (e di costume) d’oggi?
Enrico: No, non lo è. E’ una collezione di canzoni che ha come filo conduttore un certo tipo di sensualità virata verso la sessualità. Però non è un concept, tanto che il titolo di lavorazione è stato un altro fino a disco finito, abbiamo cambiato all’ultimo momento.

Domanda: Un elemento che connota questo disco sembra essere la pulizia del suono: secco e deciso. Che tipo di lavoro avete fatto in studio in questo senso?
Enrico: Diciamo che in questo disco ci siamo concentrati più del solito sulla parte musicale e strumentale delle canzoni, la figura di Mattia Cominotto (Meganoidi, ndr) ha influito in questo senso, e anche il mio ruolo di supervisore ha portato verso questo tipo di suono.

Domanda: Prima il Sudamerica e poi Genova. Cosa vi hanno dato questi luoghi e cosa è entrato nel disco di quelle atmosfere?
Enrico: Le cose che vivi influenzano sempre e comunque quello che fai. Oltre Sudamerica e Genova ci sono molte altre esperienze tra le note de “La Seconda Rivoluzione Sessuale” e il disco è un riassunto delle nostre personalità. Non potrebbe essere diversamente.

Domanda: In qualche episodio sembra volteggiare lo spirito di Rino Gaetano, prendiamo una cantonata o ci può essere qualche riferimento?
Enrico: Non sei la prima persona a notarlo e a dirlo. Sinceramente non è un riferimento voluto, ma se qualcuno lo sente, molto bene, forse Rino è uno dei migliori cantautori italiani di sempre.

Domanda: Chi è la “salamandra” citata in continuazione all’interno del disco?
Enrico: E’ la nuova protagonista dei nostri pensieri.

Domanda: In un verso di “La poesia e la merce” dite, appunto, di riuscire a trovare la poesia nella merce: ingenuità o coraggio (qualsiasi riferimento al mercato discografico non è casuale)?
Enrico: Coraggio.

Domanda: La maschera è uno degli elementi che vi identificano ormai da più di dieci anni. Da cosa volete proteggere i vostri volti?
Enrico: Noi siamo dei fumetti animati. La maschera ci aiuta a ricordarlo. Se poi qualcuno vuole vedere il nostro cartone sa come fare, le maschere sono un feticcio divertente e comodo da indossare.

Domanda: Ci sarà il giorno in cui TARM la leveranno?
Enrico: Forse si, ma forse no. Mai dire mai!

Domanda: Gli ascoltatori italiani d’oggi riescono ancora a lasciarsi andare col rock ‘n’ roll o si sono un po’ ingrigiti?
Enrico: Direi che, in realtà, se la cavano alla grande.

Domanda: Domanda di rito: se ti dico Cibicida cosa ti viene in mente?
Enrico: Qualcosa tipo cibicierre, cresci bene che ripasso, ma finendo in d… non so, me lo dici tu? M’hai incuriosito!

* Foto d’archivio

A cura di Riccardo Marra

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