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Boy Pablo @ Astoria, Torino (31/03/2018)

Sembra incredibile a dirsi, ma internet non è solo uno strumento atto ad autodiagnosticarsi malattie e guardare foto di gatti, anzi a volte può rivelarsi utile. Per esempio, nel caso di una band emergente che voglia farsi notare sulla rete, la prassi odierna consiste nel caricare un video di una canzone (possibilmente bella, anche se non è necessario ultimamente) su YouTube e sperare che l’algoritmo dei suggerimenti faccia il suo dovere di proselitismo, magari anche grazie a un’iniziale sponsorizzazione a pagamento. Nel 90% dei casi i soldi spesi per comprarsi visualizzazioni e mi piace su Facebook sono buttati nel cesso, nel restante 10% invece capita il “miracolo” grazie all’intelligenza artificiale che muove l’algoritmo: un video finisce nell’homepage di YouTube in base ai gusti musicali degli utenti e la carriera di un artista prende una svolta inaspettata, come dopo una vittoria alla lotteria.

È il caso di Boy Pablo, un 18enne norvegese di origini cilene che ha formato la sua prima band solo due annetti fa con parenti e compagni di scuola. A metà maggio del 2017 carica su YouTube il video di Everytime, in cui suona su un molo con vestiti di dubbio gusto e il sole negli occhi, il tutto ripreso con una telecamera da 20 Euro che fa zoom avanti e indietro sulle facce dei musicisti. Un’estasi per ogni fan di Napoleon Dynamite, delle maglie rosa e della musica indie in senso stretto. Qualche mese dopo, dal nulla, il video inizia a essere suggerito a una marea di utenti di YouTube e a ricevere una media cinquantamila visualizzazioni al giorno (al momento è arrivato a sei milioni), con una netta ripercussione su tutte le altre canzoni di Boy Pablo presenti nei vari servizi streaming.

E così, un 18enne con la sua band dream pop si ritrova catapultato dalla Norvegia a suonare in tutta Europa e per la prima volta anche in Italia, il 31 Marzo all’Astoria di Torino. Questa lunga premessa ha portato, per fortuna, a un live gradevole seppur estremamente breve dal momento che il giovane cantante può contare su un repertorio stringatissimo di una decina di pezzi. “Gradevole” perchè Boy Pablo e i suoi amici suonano esattamente come dovrebbero fare dei ragazzi di 18 anni, ovvero facendo gli scemi sul palco, divertendosi e cazzeggiando con le canzoni, come quando Flowers si trasforma in una cover di “Roar” di Katy Perry.

Non è possibile parlare della musica di Boy Pablo senza tirare in mezzo Mac DeMarco, un palese riferimento per il dream pop a bassa fedeltà del cantante norvegese, ma i pezzi sono talmente efficaci e ben fatti che non fanno sentire durante l’esibizione quella noia da “già sentito”, spesso letale dal punto di vista dell’entusiasmo.

Sarà che si parla di musicisti solo alla soglia della maggiore età che sono già validissimi e con le idee chiare, sarà che quel ragazzo bassino ha già una voce calda à la Alex Turner, sarà che il virtuoso assolo di tastiera alla fine di Dance With Me lascia immaginare un futuro florido di esplorazioni musicali, ma stavolta non ce la sentiamo di dare la colpa a YouTube per averci fatto perdere tutto quel tempo dietro alla colonna dei video suggeriti. Ci sono giovani che hanno voglia di imbracciare gli strumenti senza fare la fine dei Maneskin, in giro per il mondo.

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