In un’umida domenica sera autunnale è di scena nel ventre molle di Napoli uno dei migliori talenti della scena indipendente londinese: Daniel Blumberg. Le premesse sono le migliori: il disco, “Minus”, uscito a Maggio e che non faticheremo a trovare in cima alle classifiche di fine anno degli addetti ai lavori, è uno scrigno di rara bellezza in cui si cela la più recondita sensibilità del musicista britannico mista al disagio dei suoi demoni interiori. Il luogo, la Sala 1 dell’Auditorium 900, sito nel centro storico del capoluogo partenopeo, nei locali che hanno dato i natali alla Phonotype Record, una delle case discografiche più antiche d’Italia, è una cornice suggestiva che favorisce la creazione di un clima raccolto e attento alla proposta musicale del giovane londinese.
Il concerto è il terzo appuntamento della rassegna musicale “Retronuevo. Percorsi di musiche sghembe”, giunta oramai alla sua sesta edizione e organizzata dal promoter Wakeupanddream, che quest’anno ha già ospitato musicisti del calibro di Richard Youngs, Lubomyr Melnyk e che ospiterà, ancora, i Father Murphy e Teho Tehardo.
Sono le 21:30 quando Blumberg e il violinista Billy Steiger entrano in una sala quasi gremita e pronta a tuffarsi in quella che sarà un’ora e quaranta circa di grande spessore emotivo e musicale. È un live crudo, sghembo, senza un preciso ordine se non quello che soggiace alle regole di improvvisazioni non convenzionali. Mostra e trasmette disagio agli astanti, la sua imprevedibilità sovverte qualsiasi canovaccio tipico dando vita a una vera e propria maniera art noise. Chitarra, pedaliera, armonica e piano sono le frecce che Daniel Blumberg ha a disposizione per riproporre “Minus”, sebbene non integralmente, oltre all’iniziale Family non contenuta nell’album d’esordio.
Prende i brani del disco e li fa a pezzi, poi li ricompone, poi li fa di nuovo a pezzi forgiandone un’esclusiva veste live. La non convenzionalità è il leitmotiv della serata, in quanto anche il suo sodale violinista, Billy Steiger, offre una performance che non si risparmia: a sfregate di archetto eseguite in maniera nevrotica alterna picchiettate compassate e strambe, senza astenersi, però, da esecuzioni non canoniche, come ad esempio lo struscio dell’archetto sui blocchi di metallo di un glockenspiel.
Blumberg e Steiger, però, non fanno mancare momenti in cui danno voce al loro talento convenzionalmente melodioso, come nel caso dell’esecuzione di The Bomb, in cui tutto è ricamato melanconicamente. Vibrazioni armoniche che trasmettono disagio e dolcezza, malinconia e speranza, che rappresentano un rifugio per anime inquiete, come quella di Blumberg, cantore di un’estetica noise a cui il pubblico napoletano non ha lesinato un sentito scroscio di applausi.
SETLIST: Family – The Fuse – The Bomb – Madder – Permanent – Stacked – Minus