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Local Natives @ Tunnel, Milano (28/02/2013)

Ad un paio di settimane dalla pubblicazione di “Hummingbird”, il sophomore dei californiani Local Natives, non nascondiamo la nostra curiosità nel poterli incrociare dal vivo: in primis perchè questo secondo capitolo della loro discografia lo si è già ascoltato decine di volte, con un apprezzamento cresciuto sempre più ad ogni ascolto. In secondo luogo per una feticistica ossessione nei confronti della resa live: come suonerà un lavoro così ricercato e stratificato? Come riusciranno a miscelare due album – il nuovo e l’esordio “Gorilla Manor” – parecchio diversi fra loro? La serata al Tunnel si apre coi londinesi Wall, di cui però non possiamo dirvi praticamente nulla essendoceli persi in toto.

Alle 22.00 la sala è già stracolma, segno inequivocabile dell’attesa maturata per quest’unica data italiana (in attesa del prossimo Novembre) dei Local Natives. Sono loro stessi a dare un’ultima messa a punto alla strumentazione subito prima dell’inizio, quando ancora la musica in diffusione nel locale copre il chiacchiericcio del pubblico. Alle 22.20 si parte, e s’inizia così come inizia “Hummingbird”, ovvero con You & I. La scaletta è inevitabilmente incentrata sulle nuove composizioni, ma l’equilibrio con cui i pezzi di quest’anno s’alternano ai vecchi è ammirevole, perchè non guasta affatto l’evidente differenza di mood fra i due lavori, contribuendo piuttosto a creare i giusti climax, quei necessari picchi emotivi che fanno di una buona performance un’ottima performance.

A metà set trova spazio anche Warning Sign, cover dei Talking Heads inserita in “Gorilla Manor” e pienamente nelle corde dei Local Natives. Taylor Rice e Kelcey Ayer s’inseguono anche dal vivo come su disco, le loro voci ora si sovrappongono ora vanno spedite ciascuna per la sua strada, mostrando una sinergia che fa tornare alla mente ben più note e collaudate coppie della storia del rock. Rice, per lo più alla chitarra, si dimena al ritmo del suo ciuffo, mentre Ayer, il più compassato fra i due, si dedica alle tastiere. Se il concerto era iniziato con la prima traccia dall’ultimo album, anche la conclusione del set prima dell’encore di rito paga pegno alla stessa tracklist con Bowery.

Cinquanta minuti al netto del bis, la band si allontana pochi secondi dal palco per tornaci subito ed arricchire la scaletta con altri tre brani: Wooly Mammoth, Who Knows, Who Cares e Sun Hands, con quest’ultima cantata in coro all’unisono da band e pubblico in sala, invasata come pochi altri brani della produzione a firma Local Natives, botta d’adrenalina finale per salutare Milano. La brevità dell’esibizione dei californiani (poco più di un’ora e tutti a casa) lascia un minimo d’amaro in bocca per quei pezzi lasciati fuori e che potevano minutaggio alla mano essere eseguiti (vedi “Camera Talk” o “Black Spot”), ma ciò che s’è sentito questa sera al Tunnel avvalora la tesi di quanti – noi compresi – reputano i Local Natives una delle realtà più interessanti in circolazione.

SETLIST: You & I – Breakers – Wide Eyes – Black Balloons – Heavy Feet – Ceilings – Warning Sign – Mt. Washington – Colombia – World News – Airplanes – Bowery —encore— Wooly Mammoth – Who Knows, Who Cares – Sun Hands

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