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Pearl Jam – 15/08/2009 – Berlino – Kindl-Buehne Wuhlheide

Berlino non è Milano, e capita che un concerto possa tenersi in un’arena in mezzo alla foresta, per raggiungere la quale c’è bisogno di una breve (ma neanche tanto) scarpinata tra i boschi. Berlino non è Roma, e di bagarini nemmeno l’ombra, la mastodontica fila per l’ingresso procede con tranquillità e ai controlli di rito non ci stanno bestioni arroganti bensì sorridenti fanciulle. Berlino non è Catania, e i concerti cominciano alle 19 spaccate e non si attende ad oltranza che la location si sia riempita a tappo. Insomma, Berlino non è l’Italia, ma anche perchè il pubblico in realtà è freddo come una di quelle birre ghiacciate che amano ingurgitare, perchè alla gente sembra interessare il “contorno” piuttosto che la “portata principale”, perchè l’aspetto intrattenimento pare avere la meglio su quello artistico. Fortunatamente, però, i Pearl Jam sono sempre i Pearl Jam a qualsiasi latitudine, e allora una location come l’arena Kindl-Buehne Wuhlheide può diventare un posto magico per vederli esibirsi, incorniciati fra gli immensi alberi tutt’intorno. Come detto, sono le 19 quando i Gomez cominciano il loro live, buon antipasto del piatto forte. Alle 20.20 Vedder e soci si presentano sul palco, c’è ancora un certo chiarore nel cielo di Berlino quando le note di Why Go danno inizio a quelle che saranno due ore e mezza di revival di tutto il repertorio della band. Nonostante sia prossima l’uscita del nuovo album, in questo breve tour estivo la band presenta comunque i pezzi che ne hanno segnato la storia, estratti quasi equamente dalla loro discografia. C’è spazio per una commovente Nothing As It Seems, per grandi classici come CorduroyMFCEven FlowDaughter, e poi per qualche chicca come Brother, b-side strumentale contenuta nella raccolta di rarità “Lost Dogs”. L’andamento anthemico di Do The Evolution chiude la prima tranche del concerto. Negli encore – due come da tradizione per i Pearl Jam – si susseguono gli inni Given To FlyAlive, una Better Man accompagnata dal solito canto all’unisono del pubblico ed il gran finale affidato – come spesso accade – all’accoppiata Rockin’ In The FreeworldYellow Ledbetter. I grossi riflettori che contornano l’arena si accendono proprio durante quest’ultimo brano, i Pearl Jam abbandonano il palco e in breve il buio del bosco riavvolge i diciassettemila presenti. Fuori dal tempo, tutto si dissolve come se non avesse mai preso vita.

SETLIST: Why Go – Hail Hail – The Fixer – Corduroy – I Am Mine – Nothing As It Seems – Untitled – MFC – Gods’ Dice – Even Flow – Unemployable – Severed Hand – Light Years – Daughter (Blitzkrieg Bop) – Got Some – Glorified G – Brother – Insignificance – Do The Evolution — encore 1 — Bee Girl – Better Man (Save It For Later) – Given To Fly – Hard To Imagine – Alive — encore 2 — Angie – Elderly Woman Behind The Counter In A Small Town – Faithful – Sonic Reducer – Rockin’ In The Free World – Yellow Ledbetter


(“Rockin’ In The Free World” live @ Kindl-Buehne Wuhlheide, Berlino)

A cura di Emanuele Brunetto

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