Nel 2017, appena ventunenne, Alexandra Savior sfondava la porta principale del mondo della musica esordendo con quel “Belladonna Of Sadness” lavorato niente poco di meno che con Alex Turner degli Arctic Monkeys. Un imprinting e un’investitura forti che non potevano non lasciare il segno. Tre anni dopo, ancora giovanissima, Alexandra si ripresenta con questo The Archer, stavolta prodotto da Sam Cohen (già al lavoro con Kevin Morby) e licenziato per la 30th Century, etichetta di Danger Mouse. La presa di coscienza della propria dimensione ha portato Savior ad accentuare i caratteri già marcati del proprio debutto, quindi una marea di sapori à la Lana Del Rey (che sono davvero l’aspetto predominante), tramonti rosati sulla costa californiana, psichedelia presa bene, languori sixties, discese trasognate e un forte appeal cinematografico. La sua voce fa il resto, ricca com’è di malinconia e sensualità, in un sophomore che la conferma come una delle più interessanti proposte tra quelle che amano giocare con suggestioni vintage.
(2020, 30th Century)
01 Soft Currents
02 Saving Grace
03 Crying All The Time
04 Howl
05 Send Her Back
06 Can’t Help Myself
07 The Phantom
08 Bad Disease
09 But You
10 The Archer
IN BREVE: 3,5/5