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Animal Collective – Fall Be Kind

E’ inutile girarci intorno: gli Animal Collective sono pazzi. Artisticamente pazzi. Ormai è un dato del tutto consolidato per chi li segue da una decade. Perché pazzi? Intanto perché non c’è maniera migliore per descrivere la loro musica così schizofrenica, cangiante, caleidoscopica, trip acido, viaggio onirico, astratto d’autore. E poi perché gli Animal Collective, pazzi, lo sono nella gestione dei loro movimenti commerciali: vedi le dieci uscite discografiche in nove anni. Vedi, oggi, l’inaspettata pubblicazione di Fall Be Kind. Una chicca tirata fuori dagli archivi del collettivo americano, un ep di cinque canzoni che arriva a chiusura 2009 dopo che “Merriweather Post Pavilion”, il precedente disco, il 2009 l’aveva aperto. Ma insomma, non sarebbero gli Animal Collective se non ci fosse una buona dose di imprevedibilità e i pezzi di “Fall Be Kind” non smentiscono l’andazzo. Canzoni non-canzoni, avventure Carolliane tra flauti, gong, filastrocche, eco spaziali, scrosciare d’acqua, cori (Graze); disturbi metallici, rumore di fondo, folk distorto come una specie di Moby sbronzo marcio (What Would I Want? Sky); voli lisergici, immaginifici, messaggi dall’infinito (Bleed); ambient, sussurri e distorsioni (On A Highway); epos, rituali mistici, musiche da corte (I Think I Can): eccolo il pozzo magico della band di Baltimora. Si può chiamare psichedelica o neo psichedelia la musica che fanno? Sì, si può, ma allo stesso modo di come si potrebbe definirla pop, rock o con qualsiasi altra etichetta o ingrediente da mescolare dentro al pentolone. Gli Animal Collective non cercano una forma, la sfigurano. Non vogliono un tocco personale, lo mimetizzano. Non credono nella realtà, ma nella sua modulazione multicolore. E’ questo il postmoderno in musica: prendere generi diversi, citarli, rielaborarli. “Ucciderli”, come si fa con il proprio padre quando si decide che è arrivato il momento di diventare adulti.

Nota: Nel brano “I Think I Can” è contenuta la prima campionatura in assoluto (e legale) dei Greateful Dead.

(2009, Domino)

01 Graze
02 What Would I Want? Sky
03 Bleed
04 On A Highway
05 I Think I Can

A cura di Riccardo Marra

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