[adinserter block="3"]
Home RECENSIONI Burial / Four Tet – Moth / Wolf Cub

Burial / Four Tet – Moth / Wolf Cub

Difficile scrivere riguardo un disco di due sole tracce. Difficile scrivere riguardo un disco di due sole tracce, composto da due diversi artisti. Difficile scrivere riguardo un disco di due sole tracce, composto da due diversi artisti tra i migliori di questa decade. Difficile scrivere riguardo un disco di due sole tracce, composto da due diversi artisti tra i migliori di questa decade, quando i loro nomi sono Will Bevan e Kieran Hebden. Burial e Four Tet. Due geni, anzi: due Geni, con la G maiuscola, sul loro terreno musicale. I diciotto minuti di Moth / Wolf Cub non sono certo gran che come durata, d’accordo: ma sarebbe ingiusto non segnalare questo lavoro tra i più interessanti della stagione in corso. Per più di un motivo. Il primo è che se anche avessero deciso di proporre una versione dub de “La vecchia fattoria”, si tratterebbe comunque di una collaborazione, al momento, in qualche modo storica. Il secondo è che questa non è una versione dub de “La vecchia fattoria” (anche se loro, poco ma sicuro, l’avrebbero resa eccezionale). E’ decisamente qualcosa in più. E’ uno split nel vero senso della parola, un’opera in cui ciascun pezzo mostra le proprie sfaccettature riconducibili all’uno o all’altro artista: un lavoro, insomma, autentico al 100%, che due personalità distinte hanno portato avanti insieme, minuto per minuto. Moth è uno splendido, misterioso oggetto del desiderio. E’ ossessione, claustrofobia, pulsazione allo stato puro. E’ Burial che strizza l’occhio al primissimo Aphex Twin, con quel sordo riverbero femminile che si fa largo fra i sensi e ti entra nelle ossa. Wolf Cub, invece, è quello che ti aspetti. Quello che immagini in qualche modo, ancora prima di premere play, leggendo semplicemente quei nomi lì. Riconosceresti quella specie di carillon tanto caro a Mr. Hebden tra mille, riconosci il beat 2step di stampo “bevaniano” là in mezzo come una bellissima anomalia. E poi ancora quella voce, ancora una volta, ancora una. A conti fatti, l’unica cosa certa è che questi diciotto minuti non bastano. Non bastano a colmare la curiosità, non bastano a colmare l’enorme potenziale che c’è in ballo, non bastano a colmare il tempo che li separa dall’essere un lp. Anche se le notizie, su questo fronte, sembrano essere del tutto rassicuranti. Che sia veramente prossima una pubblicazione di maggiore durata? Speriamo. Nel frattempo, possiamo anche accontentarci di un lavoro che, al di là di ogni dubbio, entra nella storia di questo 2009 tra gli applausi.

(2009, Text)

01 Moth
02 Wolf Cub

A cura di Michele Leonardi

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Exit mobile version